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Calha, rigori alla Lukaku e Brozovic è un lontano ricordo: così si è preso l’Inter

Calha, rigori alla Lukaku e Brozovic è un lontano ricordo: così si è preso l’Inter - immagine 1
Il ritratto del nuovo Hakan Calhanoglu sulla Gazzetta dello Sport di oggi dopo la vittoria per 2-1 contro il Salisburgo

Il ritratto di Hakan Calhanoglu sulla Gazzetta dello Sport di oggi dopo la vittoria per 2-1 contro il Salisburgo. È stato il man of the match UEFA e anche la rosea non ha dubbi: voto 7,5, alle sue spalle nessun 7, solo 6,5. Il migliore per distacco insomma.

Raccontano come non passi giorno senza sentirlo fischiettare il suo coro: «Calha lo sai perché…». Si esalta, Hakan. Si esalta quando la gente lo acclama, quei versi in rima lo gasano più di ogni discorso motivazionale. E così, quando dopo il gol del 2-1 San Siro ha intonato la canzone, lui ha alzato le braccia e ringraziato il pubblico. Il suo nuovo c.t., Vincenzo Montella, lo ha definito «uno dei migliori registi al mondo». Ieri sera s’è visto, in tutto e per tutto. E no, non per il rigore, che pure ci vuole sangue freddo. Ma Calhanoglu era stato il migliore anche prima, luce nei momenti di buio dei suoi, appiglio a cui aggrapparsi. Perché in fondo basta seguirlo, in campo e fuori.


Calha, rigori alla Lukaku e Brozovic è un lontano ricordo: così si è preso l’Inter- immagine 2

Calha, maestro sui rigori

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Semplice come vederlo presentarsi sul dischetto. Siamo nei giorni del ritorno a San Siro di Romelu Lukaku, che proprio dagli 11 metri è un maestro. Calha non è da meno. Impeccabile con l’Inter: 9 centri su 9, la scelta di Inzaghi di affidargli i tiri dagli 11 metri si sta rivelando corretta. Del resto, parla la sua carriera: 30 gol su 34 rigori calciati, l’ultimo non segnato con la maglia di un club risale al 2016-17. Avanti così. Avanti con l’Inter.

Calhanoglu lancia che è una bellezza, assiste che è una gioia, copre che è una sorpresa (o forse non più). E segna che è una costante. Inzaghi lo sa e prova pure a centellinarlo: ieri sera gli ha risparmiato l’ultimo spezzone, proprio con vista sulla Roma. Centrocampista totale, l’Inter gli ha cambiato la vita e lui ha cambiato la vita all’Inter, che ha potuto rinunciare a cuor leggero a Brozovic. È nel cuore della gente, la sua maglia numero 20 ha un successo enorme proprio tra i più piccoli.

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Che intuizione in regia

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Perché Calhanoglu regista è stata un’intuizione di Inzaghi. Con lui in quel ruolo è come aver fatto il pieno senza pagare. Nel senso che l’Inter ha acquisito in geometrie senza perdere nulla in fase difensiva. E lui stesso, pur arretrando il raggio d’azione, non ha smarrito l’incisività negli ultimi metri. Calhanoglu decide le sorti dell’Inter. E’ quasi sempre così: difficile vedere i nerazzurri dominare e vincere senza che sia stata dominante e vincente la sua guida in mezzo al campo. Anche il Salisburgo se n’è accorto. Può esser letto come un caso che dopo la sua uscita, ieri sera, è cresciuta in maniera esponenziale la sofferenza. Ma sarebbe un errore. C’è un’Inter con lui. E senza sarebbe un problema. Ecco perché Inzaghi lo cura e lo risparmia, appena può. Lui e Lautaro sono i due insostituibili. È l’uomo al posto giusto nel momento giusto, Calha. In fondo, pensateci bene: la sua storia nerazzurra è iniziata proprio così, s’è trovato svincolato dal Milan proprio quando l’Inter ha dovuto sostituire Eriksen. Una storia iniziata per caso. Ma che storia”, si legge.

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