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Come è stato adattarsi al nuovo ruolo?
"Non so come la pensa la gente, ma i giocatori intelligenti sanno interpretare subito le nuove istruzioni. Tutti mi vedevano come un regista e uno specialista delle punizioni, a volte mi sono trovato anche a giocare da esterno. Ma in questo ruolo mi sento molto a mio agio, ho lavorato duramente perché la posizione era nuova anche per me e penso di essere cresciuto non solo come calciatore ma come leader in Nazionale. Adesso cerco di trasmettere queste conoscenze ai miei compagni, sono felice di giocare in questo ruolo, cerco di fare sempre meglio e di essere uno dei migliori".
Puoi dirci qualcosa su come Inzaghi abbia deciso di cambiarti ruolo?
"Era una situazione nella quale c'era Marcelo Brozovic infortunato, Inzaghi mi ha chiesto se avrei potuto o voluto giocare nel suo ruolo e io gli ho detto che se avesse voluto, mi sarei tranquillamente messo lì perché volevo solo giocare. E così tutto è andato bene, la prima volta è stata in Champions col Barcellona, quando abbiamo vinto 1-0 con il mio gol. Da lì è cominciato tutto. Devo dire che Inzaghi riesce a vedere come sono i giocatori ed è in grado di capire le qualità che hanno. Ho fatto tantissime sedute video con il suo staff quasi ogni giorno, perché in quel ruolo devi giocare anche per aiutare la difesa. E questa è una cosa che mi piace, mi piace vincere duelli e giocare il più velocemente in avanti. Mi diverso a giocare in questo ruolo, perché mi posso muovere rapidamente e posso vedere i compagni e gli avversari. A volte gioco veloce, a volte più tempo. Posso decidere i tempi dell'azione e mi piace".
Come nasce il legame profondo tra voi compagni?
"Quando sono arrivati i nuovi giocatori quest'anno, abbiamo cercato di integrarli sin da subito nel gruppo. Abbiamo visto subito il loro carattere, sono molto positivi, hanno un cuore grande e questo ha fatto sì che diventassimo il gruppo che siamo oggi. Nessuno di loro è mai stato negativo, non so dire un nome che è stato negativo, tutti ridono sempre, hanno belle vibes".
Com'è la tua relazione coi tifosi?
"Quando sono arrivato dal Milan all'Inter, tutti ovviamente erano scioccati. Ma i tifosi al tempo stesso si sono chiesti cosa potessi fare dopo il problema di Eriksen. Alla prima partita contro il Genoa, tutti gli occhi erano puntati su di me. Ero un po' nervoso, non era facile fare quello step. C'era pressione, ma ho fatto un gol e un assist e dopo la partita ero molto più calmo e tranquillo. Ero felice anche perché volevo mostrare agli interisti cosa sono in grado di fare. Avevo anche fatto un secondo gol ma fu annullato per il fuorigioco di Perisic che mi fece l'assist".
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