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Calhanoglu la luce dell’Inter: divoratore di video, studia e migliora. E ora vale almeno 60 mln

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Il regista dell'Inter è uno dei giocaotri più decisivi della squadra. Quantità e qualità al servizio dei nerazzurri
Andrea Della Sala Redattore 

A illuminare il gioco dell'Inter ci pensa da tempo Hakan Calhanoglu. Contro la Juve un'altra prestazione pazzesca, fatta di lanci, di tantissimi palloni toccati, ma anche di contrasti. Un giocatore totale, di grandissima qualità, ma anche quantità. Nel ruolo di regista ha trovato la sua definitiva consacrazione.

"Racconta chi è stato allenato dall’attuale tecnico nerazzurro che la sua più grande qualità sia quella di trovare in campo, di partita in partita, il miglior posizionamento ai giocatori che schiera. Ecco. Poi ci sono le scelte che cambiano la vita. Inzaghi va orgoglioso di tre decisioni, nella sua carriera: Luis Alberto, trasformato in una straordinaria mezzala. Keita, diventato seconda punta da 16 gol in campionato, lui che in vita sua aveva fatto solo l’ala. E Calhanoglu, appunto. Diventato regista dopo una notte passata a pensare, quella tra l’1 e il 2 ottobre 2022. Erano le ore dopo la sconfitta con la Roma, con un Asllani deludente e un Brozovic infortunato. Quella notte, l’illuminazione. L’istinto. La mattina dopo, ad Appiano, l’idea condivisa con lo staff tecnico prima e con lo stesso Calhanoglu poi. Che due giorni dopo gioca da titolare, in regia, in Champions contro il Barcellona. Farà anche gol, il turco, quella sera. Ma è il resto a convincere", spiega La Gazzetta dello Sport.


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"Da lì in poi è stata un’escalation. Hakan da regista oggi ha punte di eccellenza - per esempio nel lancio - che Brozovic neppure ha mai toccato. Il tracciante per Dimarco, messo in mostra contro la Juve, ha sorpreso solo chi non ha seguito con continuità le prestazione del numero 20 di Inzaghi. Oppure chi non vive Appiano, perché in allenamento lancia come respira, con quella stessa frequenza. Calha non è avaro, di giocate così. Mette in mostra la sua gioielleria ogni volta che può, per i suoi allievi/compagni/tifosi. Poi ci sono variazioni sul tema, certo. I 61,5 metri coperti domenica sera, con una parabola tutta particolare, sono diversi dai circa 40 che a Bergamo, contro l’Atalanta, misero in condizione Darmian di procurarsi il rigore. Ma entrambi hanno prodotto un’occasione d’oro. Perché questo è, Calhanoglu. È oro puro, è regista che sta bene nella galleria dei grandi centrocampisti della storia dell’Inter. Ed è difficilmente arginabile dagli avversari: è un anno e mezzo che Hakan gioca da regista, non si ricordano marcature dedicate che abbiano raggiunto lo scopo".

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"Lo scopo, per la verità, l’ha raggiunto l’Inter. Ausilio mandò a seguirlo a lungo ai tempi del Bayer Leverkusen, poi le strade del direttore sportivo e del centrocampista si sono incontrate nuovamente nel 2021, dopo il malore di Eriksen all’Europeo: trattativa chiusa in 24 ore. È il colpo dell’orgoglio, tecnicamente ed economicamente clamoroso. Perché quel parametro zero lasciato andare dal Milan, oggi è un centrocampista che sul mercato non avrebbe un prezzo inferiore ai 60 milioni di euro, pur tenendo in considerazione una carta d’identità che giovedì sancirà i 30 anni. Hakan non è mai stato così bene. È nel miglior momento della sua carriera e non finisce di applicarsi, nella crescita e nella conoscenza del suo ruolo. È un divoratore di video messi a disposizione dallo staff di Inzaghi, studia gli schieramenti difensivi, capisce come e dove colpire i punti deboli avversari. Quelle giocate, quei lanci, sono prima immaginati e poi realizzati: non c’è solo l’istinto, a guidare il turco. Hakan è testa e cuore insieme. In tre anni ha messo a posto la sua vita, l’ha ribaltata: ha cambiato lato di Milano e posizione in campo. Oggi all’Inter lo invidiano tutti", aggiunge Gazzetta.

 

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