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Inter, Lautaro: l’inizio impressionante, poi il calo. I numeri. Dalla valigia…
Dai suoi piedi passano molte cose, tutta la differenza del mondo. Ed è per questo che a Lautaro Martinez viene chiesto di caricarsi sulle spalle l'attacco dell'Inter. Orfana di Lukaku, la squadra nerazzurra ha trovato in Dzeko un punto di riferimento, ma la stella là davanti è lui. Non è solo una questione economica.
Nella prima parte della stagione l'argentino aveva fatto capire a tutti di non voler essere più secondo a nessuno. Aveva fatto da spalla a Icardi, lo aveva sostituito, poi accanto a lui era arrivato il belga e per quanto si parlasse spesso della Lula, l'addio del numero 9 è stato un trauma. Sapere che il Toro era rimasto era servito a rimanere in piedi e sperare. E infatti l'attaccante interista non ha assolutamente deluso le aspettative. Nelle prime nove partite della stagione ha giocato otto partite su otto da titolare e ha segnato cinque gol. I numeri della prima parte della stagione, messi a confronto con quelli della stagione precedente avevano fatto parlare di una partenza strepitosa. Un gol ogni cento minuti era la sua media.
Ma dal 2 ottobre, dalla gara con il Sassuolo, l'ultima prima della partenza per l'Argentina nella penultima pausa per le Nazionali, non riesce più a segnare con la maglia nerazzurra. E non si è sbloccato in Champions.
Nelle ultime sette partite ne ha giocate cinque da titolare e sono arrivati zero gol e un assist. Venti giorni a digiuno. Perché ha segnato nella scorsa pausa con la maglia della Nazionale argentina: gol e assist nella gara contro l'Uruguay e gol contro il Perù. Poi il calo con l'Inter. Il palo contro lo Sheriff, gli errori contro il Milan da due passi. Il rigore lo aveva pure battuto bene e Tatarusanu gli ha impedito di realizzarlo. Parleremmo di un altro derby, forse. Di tre punti conquistati e di gol ritrovato. Ma non è arrivato il lieto fine. L'Inter ha bisogno ora di riveder tornare il giocatore sul quale ha puntato tutto. E chissà che il viaggio in Argentina non gli permetta di rimettere in valigia, al ritorno, la determinazione perduta. Alla squadra serve la sua. Averla e non averla: un mondo di differenza.
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