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"Certe cose fanno parte del gioco. Quasi sette anni fa, quando sono arrivato all'Inter, ho capito che bisogna estraniarsi da tutto quello che gira attorno, esternamente a noi, per rendere al meglio. Prima impari e meglio è. E se non hai la capacità di farlo diventa difficile anche far parte di un grande club come l'Inter". Si parla tanto, sui quotidiani e in tv, di un'Inter da rifondare o da ricostruire, della fine di un ciclo, del calciomercato con le sue mille ipotesi, con i suoi vieni e vai. Anche di questo argomento ha parlato Esteban Cambiasso durante l'intervista rilasciata oggi ad Antonio Bartolomucci e andata in onda a "Studio Sport" (andrà in onda anche domani, nell'edizione delle ore 13). "Dicevo, in quasi sette anni ne ho lette e sentite tante, tutte certezze altrui che abbiamo smentito con i fatti: prima eravamo una squadra che non vinceva mai, poi che non vinceva in Europa, poi che doveva confermarsi vincendo nel Mondo... Potrei scrivere un libro e non solo, per questo dico che bisogna estraniarsi".
Non partecipare ai dibattiti pubblici non vuol dire, per Cambiasso, vincere in una realtà virtuale. Vuol dire, piuttosto, sviluppare una capacità critica personale e interna, esclusiva per la squadra e per il club. "Noi calciatori siamo i primi a fare autocritica", ripete volentieri il centrocampista, che non passa sugli eventi - belli o brutti - con il cancellino. La sua analisi è ancora più approfondita di quelle esterne. "Quest'anno ho segnato di più? Nella seconda parte della stagione, nella prima parte solo un gol in Champions al Twente e uno in campionato col Parma. Poi, è vero, ho segnato di più (ndr.: 7 reti in totale, erano state 8 nel 2007/2008) e può darsi che il motivo sia anche quello di aver giocato in posizioni di centrocampo più avanzate, da interno sinistro o ancora più avanti, come è successo a Catania".
C'è sempre un motivo, per Cambiasso. E non è mai banale. "Il mio futuro è all'Inter. Sono contento qui. Non vivo di comodità, anzi le comodità non fanno per me perché non aiutano a migliorare. Sono contento perché mi sento bene qui e sento che mi vogliono bene, una situazione che ti permette di dare sempre qualcosa in più".
Il domani, intanto, è Cesena-Inter, premessa del sabato di un campionato che vede il Milan in testa. "Ho, abbiamo, rispetto per tutti gli avversari. Se alla fine vincerà il campionato, vorrà dire che ha fatto tutto quello che deve fare una squadra per vincere un torneo lungo e molto impegnativo. Quindi avrà fatto quello che abbiamo sempre fatto quando abbiamo vinto gli scudetti".
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