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Intervenuto ai microfoni di Sky Calcio Club, Esteban Cambiasso, ex centrocampista dell'Inter, ha parlato del momento dei nerazzurri in vista di un'eventuale ripresa del campionato, ma non solo.
Come hai passato questa quarantena?
Sempre a Milano, non mi sono mai mosso. Ho anche allenato i miei bambini un po' e ho guardato ogni giorno le novità con la speranza che passi tutto presto.
Questa pausa può avvantaggiare l'Inter?
Diventa difficile parlare di certezze dopo tutto questo, ma se dobbiamo ipotizzare anche guardando i calendari, si può concentrare solo sul campionato e questo è un punto a favore: il giovedì di Europa League ti fa arrivare al weekend non al 100%. Ci sarebbero più partite per tutti e le coppe arriverebbero a campionato finito: questo può essere un vantaggio.
Eriksen davanti alla difesa?
Il problema più grande è capire che lui, dopo tutto quello che l'Inter ha fatto per farlo arrivare, è una variabile: per questi giocatori a volte non è semplice. Lo sei andato a cercare e hai lottato con altri per averlo, poi lo trovi come variante: bisogna capire questo lui come lo prende. Se riesce ad assimilarlo è un conto, altrimenti non riesce a darti quelle cose quando hai bisogno. Per me è un giocatore fantastico, sono un suo grande tifoso anche ai tempi del Tottenham: può fare di tutto, ma bisogna lasciarlo fare. Conte vuole che tutti facciano un lavoro particolare e preciso, dovranno abituarsi l'uno all'altro. Il discorso di Eriksen può incidere tanto. All'Inter ha dato qualcosa in più Ashley Young, l'hanno preso per dare sorpresa in fascia. Ora manca quel giocatore che può inventare: Eriksen può fare gol e fare assist e far girare la squadra. Il tempo per inserirlo però è sempre meno.
Nel 2010 eravate in corsa per tre trofei, ma li giocavate contemporaneamente. Ora può cambiare tutto visto che si giocheranno in tempi diversi?
Secondo me no, ma può influire nelle partite il discorso delle porte chiuse, lì hai bisogno di una concentrazione diversa. L'Inter e la Juve l'hanno giocata, ma bisogna capire la reazione in una partita meno importante: se lì non riesci a percepire che ti stai giocando comunque il campionato, c'è il rischio di poter fare un passo falso, che si può pagare. Il momento dei passi falsi si sta accorciando.
Conte ripartirà forte come all'inizio?
Non lo conosco come allenatore, vediamo però che è uno che non molla mai: però se facciamo il gioco di immaginarsi gli allenatori a casa, te lo immagini che cammina avanti e indietro pensando cosa stanno facendo i giocatori, se si allenano o no, se la cyclette e i pesi sono arrivati. Mentre altri te li immagini più tranquilli. Metterà tutta questa voglia: con la Juve è una sconfitta brutta, soprattutto in un momento in cui l'Inter era lì dove non era da un po' di anni. Quindi lui ha tutto per motivare e per spingere, poi dipenderà soprattutto dai primi risultati, che segneranno questo finale. Le prime partite segneranno l'andamento di questo mini-torneo.
Godin riuscirà ad adattarsi?
Per me si è già adattato: non è il punto forte dell'Inter magari, ma il suo contributo l'ha dato. Si capisce che non è il ruolo in cui è comodo, ma ha avuto l'umiltà di accettare cosa chiedeva Conte impegnandosi. Lui è adattato: se uno si aspetta che lo faccia con fluidità, lui non lo farà, anche per caratteristiche fisiche. Lui si impone più nel centro dell'area, è il posto dove si sente più a suo agio. Ma non ci sono state prove così negative da dire che non si è adattato.
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