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Ospite della trasmissione di sky Sport 'Di Canio Premier Show', l'ex centrocampista dell'Inter Esteban Cambiasso ha parlato dell'anno del Triplete e della sua carriera in nerazzurro e al Leicester:
TRIPLETE - "Nessuno si immaginava che in quella stagione potesse arrivare il Triplete. E' una cosa che abbiamo costruito passo dopo passo. Io temevo di più l'ultima di campionato contro il Siena che la finale di Champions col Bayern. La bravura è la capacità di dimenticare subito le vittorie conquistate, se rimani aggrappato a ciò che si è fatto non vai avanti. Noi abbiamo capito che si poteva fare qualcosa di importante e pensavamo subito alla partita successiva da vincere".
MORATTI - "Quella squadra era davvero una cosa sola, un corpo unico tra società, allenatore e giocatori. Moratti lo sognava da anni e avrebbe fatto di tutto per conquistare quella coppa. Quell'Inter era una squadra composta da un mix giusto: chi aveva fatto tanto con l'Inter a livello nazionale e a loro si dono aggiunti giocatori che arrivavano da squadre piccole come Milito e Thiago Motta e altri invece rimandati da altre squadre importanti, come Eto'o, Lucio, Sneijder. Poi c'era Mourinho, che aveva più esperienza di tutti: così è nato il mix perfetto".
LEICESTER - "Dopo aver giocato in Argentina, Spagna e nell'Inter, mi mancava la Premier League. Il Leicester mi ha voluto più di tutti: mi aspettavano. Mi hanno convinto e ho vissuto uno degli anni più positivi della mia carriera. Sono arrivato lì e non potevo andare lì e fare vedere che avevo vinto. Dovevamo salvarci e dovevo lottare. E’ stata una stagione pesante, non sapevo l’inglese, ancora oggi mi riconoscono di aver vissuto per il Leicester. Nessuno avrebbe mai immaginato che l’anno dopo avrebbero vinto il campionato. Claudio ha toccato poco, ha continuato con quello che c’era. I giocatori si volevano bene da morire".
IBRAHIMOVIC - "E' da sempre un valore aggiunto. Zlatan ti da una garanzia, l'altro anno avevamo più certezze e ci siamo riusciti. Ma lui ti da una certezza, se te devi costruire Ibra è una garanzia. Ha una personalità forte, ma frontale. Non si può parlare male di lui".
GUARDIOLA - "Il City non ci sta se gli altri hanno il pallone, lo vogliono sempre loro. Pep ha fatto un'evoluzione, ha capito le problematiche del calcio inglese. E' cresciuto e ha cambiato qualcosa, hanno un'intelligenza incredibile. Ti ispiri a Guardiola? E' troppo, mi ispiro alle mie idee".
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