- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Intervistato in esclusiva per SportWeek - La Gazzetta dello Sport, l'esterno offensivo dell'Inter, Antonio Candreva, si racconta nella sua prima stagione nerazzurra toccando diversi argomenti che riguardano anche la sua vita privata: "Sono molto riservato e conduco una vita normalissima. Appena sono libero corro da mia figlia Bianca, a Roma. Mi diverto ad accompagnarla a scuola di musica. Non ci crede nessuno, i bambini non scelgono mai questo strumento, ma da un anno studia arpa! È entusiasta, non vede l’ora di andare a lezione. È buffo vederla così piccola, a soli sei anni, seduta su uno sgabello altissimo con un’arpa di dimensioni ridotte".
PAPA' E FIGLIA -"Prima di ogni partita mi ordina:“Fai un gol per Bianca!”. E non va a dormire se non abbiamo fatto un po’ di lotta nel lettone. Quest’anno l’ho portata a Rovaniemi, in Finlandia, a vedere la casa di Babbo Natale. Era tutto magico ed è impazzita andando sulla slitta trainata dagli husky. Lei era felicissima, io meno: ho paura anche dei cani piccoli".
HOBBY -"Mi piace andare al cinema. E da qualche mese ho fatto una piacevole scoperta. Il mio amico e compagno di squadra Tommaso Berni mi ha aperto le porte del mondo dell’arte, mi sta contagiando con la sua passione, mi porta a mostre e gallerie. Appena mi fa il nome di un artista o di un’opera, corro a documentarmi, cerco di approfondire. Sono solo all’inizio ma mi sta entusiasmando".
PRIMO ITALIANO DELL'ERA SUNING -"Sono molto orgoglioso che la Suning abbia pensato a me perché da sempre ritengo che i calciatori del nostro Paese siano tra i più forti del mondo".
Anche nel calcio c’è la tendenza a giudicare l’erba del vicino sempre più verde? "Direi di sì".
SUNING SUL MADE IN ITALY - "Per me ha rappresentato un ulteriore salto di qualità in carriera. Alla Lazio ho passato anni fantastici e i tifosi mi hanno fatto sentire importante, li ringrazierò sempre. Ma anche all’Inter società, compagni e tutto l’ambiente mi hanno accolto alla grande fin dal primo giorno. È un onore essere chiamati da una delle squadre più importanti d’Europa. Ed è importante che sia stato un italiano il primo giocatore scelto per far parte di un progetto che punta a vincere tutto: campionato, Coppa Italia e Champions".
IL SOGNO DA BAMBINO -"Non ho mai avuto idoli o poster attaccati in camera. Però mi è sempre piaciuto il giocatore di qualità, quello che fa meno gol ma più assist, giocate, accelerate. Per questo ammiravo Zinedine Zidane".
L'AVVERSARIO CON MAGGIOR TALENTO -"Con la Nazionale, in Confederations Cup ho giocato contro il Brasile nel 2013. Mi ha impressionato Neymar, mi ha messo in grande difficoltà. Ed era quattro anni fa, quindi ancora giovanissimo e con un margine di miglioramento davvero enorme".
MANCINI, DE BOER O PIOLI? - "Ero entusiasta all’idea, ma non ho mai lavorato con Mancini. Mi dispiace per come sia andata con De Boer, si è impegnato molto. Ma credo che Pioli abbia la capacità di stare sempre sul pezzo, anche durante la settimana, sempre attento al dettaglio".
IL GIOVANE SU CUI INVESTIRE -"Kylian Mbappé del Monaco, 18 anni. Un fenomeno nelle partite di Champions contro il Manchester City".
SPOGLIATOIO DI ITALIANI O STRANIERI? - "In un gruppo con più italiani si riesce a creare uno zoccolo duro che poi può aiutare i ragazzi che vengono da altri Paesi a integrarsi meglio".
VINCERE IN ITALIA O ALL'ESTERO? - "Gli italiani all’estero hanno sempre fatto benissimo".
DERBY DI ROMA E MILANO -"A Roma già dal martedì trovi centinaia di persone fuoridal campo di allenamento. E anche il post derby dura una settimana. A Milano si respira un’aria più tranquilla con i tifosi. Milanisti e interisti vanno allo stadio insieme. A Roma non sarebbe possibile. Mentre in campo è uguale: sai che è una partita particolare e vuoi vincerla".
RAPPORTO CON PIOLI -"Al raduno con la Nazionale. Mi hanno subito preso tutti in giro: “Ora ritrovi il tuo papà!”. Noi diciamo così perché tra padri e figli si discute spesso. La verità è che alla Lazio ci sono state frizioni che fanno parte del nostro mestiere ma non ci siamo mai mandati a quel paese. Non c’è stato nemmeno il bisogno di dirci “azzeriamo quello che è stato”, abbiamo solo parlato di come fare al meglio il bene dell’Inter".
MEGLIO LA LAZIO? -"Simone aveva espresso il desiderio che restassi. Ho lavorato con lui nell’ultimo periodo dell’anno scorso e ho sempre detto che avrebbe avuto un futuro importante".
I GIOVANI IN NAZIONALE - "Belotti. Ha fatto un salto di qualità impressionante. È una persona fantastica, un grande professionista e un attaccante fortissimo".
LA NAZIONALE - "Ci stiamo togliendo belle soddisfazioni: nelle qualificazioni abbiamo vinto tutte le partite tranne un pareggio con la Spagna. Finora definirei ottimo il nostro cammino e abbiamo dato continuità a quanto fatto all’Europeo".
IL GRUPPO - "Stiamo veramente bene, ridiamo tanto. Quando ci capita di cenare dopo una partita, andiamo tutti insieme. Non c’è mai uno che resta in albergo o va per fatti suoi. È proprio una caratteristica di questo gruppo. Nell’ultimo raduno sono arrivati parecchi giocatori nuovi eppure sembrava fossero con noi già da tempo".
TIMIDEZZA - "Fuori dal campo forse. In campo non sono mai stato timido".
PAZZA INTER -"È pazza, ma ci abbiamo messo anche del nostro".
(Fonte - Alessia Cruciani, SportWeek 22/04/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA