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E tutto questo è la sintesi di un trienno fatto anche di momenti duri, difficilissimi dove tutto è stato anche messo in discussione.
Perché l’Inter di oggi è più matura rispetto a tre anni fa. È cresciuta insieme al gruppo squadra e al proprio allenatore. Lo stesso Inzaghi ha avuto bisogno di un periodo normale di adattamento dopo essere uscito dalla sua comfort zone.
Molti gli imputano lo scudetto perso al primo anno, dimenticando però che al suo arrivo con tutto quello che era accaduto gli era stato chiesto di arrivare in Champions. Poi l’Inter stupì tutti e l’opinione pubblica alzò l’asticella nonostante gli addii di Lukaku ed Hakimi, non certo due giocatori normali.
Se è vero che al secondo anno sbagliò l’approccio in campionato ( non senza attenuanti visto i gravi infortuni di Brozovic, Lukaku e Skriniar ), ha saputo salvarsi dalle sabbie mobili delle 12 sconfitte subendo critiche anche esagerate. Senza mai replicare, con una seconda parte di stagione clamorosa.
L’Inter ad un certo punto era fuori dalla zona Champions ma ha saputo recuperare nonostante un calendario asimmetrico decisamente proibitivo. Ma negli occhi abbiamo un percorso in Champions pazzesco, con un girone assolutamente proibitivo superato invece in maniera magistrale, arrivando fino ad una finale di Champions tanto insperata, quanto giocata alla grandissima. Da lì si sono poste le basi di questa stagione, dove il salto di qualità è sotto gli occhi di tutti o quasi.
Al di là dell’invidia e degli haters, l’Inter di Inzaghi è una delle più belle squadre del momento a livello europeo e non perché lo dica io che sono di parte ma perché è quello che dicono all’estero analizzando l’Inter. Per espressione di gioco, numeri ( i migliori a livello europeo) e occasioni create/subite.
E tutto grazie a quelle immagini di cui scrivevo all’inizio. Perché sta tutto lì: quell’empatia che si è creata tra giocatori, staff, mister e dirigenza. Tutti insieme sulla strada di un sogno.
Ma oggi è troppo presto per andare oltre. La strada è ancora lunga e disseminata di trappole. Qualcuno ha maldestramente provato a spostare il discorso su arbitri e Var, nonostante le immagini, nonostante il divario imbarazzante.
E proprio per questo bisogna continuare a lavorare in silenzio, ma con la consapevolezza di essere padroni del proprio destino.
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