00:22 min

copertina

Caso Curva, le mosse di Sala e cosa cambia per il presente e futuro di San Siro

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Il Sindaco ha chiesto di vedere le carte dell'inchiesta nella quale però Inter e Milan non sono indagate dalla Procura di Milano

La notizia degli arresti dei vertici del tifo organizzato di Inter e Milan è arrivata rapidamente anche a Palazzo Marino. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, attraverso i suoi avvocati ha fatto istanza per vedere le carte dell’inchiesta. "L’obiettivo è quello di capire se e come l’eventuale commissariamento dei club, paventato nel procedimento di prevenzione aperto nei loro confronti, può avere effetti sull’attuale concessione dello stadio, nonché sul suo futuro", spiega l'edizione odierna di Repubblica.

Un atto praticamente dovuto, per entrare nel merito della vicenda. Inevitabile, considerando che il "Meazza, infatti, è oggetto di una convenzione trentennale sottoscritta nel 2000 tra il Comune, che ne ha la proprietà, e le due squadre. Inter e Milan pagano insieme circa nove milioni di euro l’anno per giocare a San Siro. Cifra a cui vanno aggiunti i costi di manutenzione ordinaria. L’importo è di 4 milioni e mezzo circa di canone d’affitto vero e proprio a cui si aggiungono altrettanti per lavori di manutenzione straordinaria (in assenza di cantieri questa quota si trasforma in canone)", scrive il quotidiano.

 

Caso Curve, cosa cambia sul futuro di San Siro?

—  

Ma il presente non è l'unico tema di riflessione. L'analisi si lega ai dialoghi proseguiti anche nell'ultimo periodo sulla costruzione di un nuovo impianto in zona San Siro. Nulla di preoccupante, però, sembra emergere. Nulla che possa far rallentare il discorso. Anzi. Scrive Repubblica: "Le vicende giudiziarie non dovrebbero al momento condizionare questo percorso, anche perché non c’è nessuna responsabilità accertata da parte delle società.

Anzi, la cessione del Meazza, a cui Palazzo Marino sta lavorando alacremente e per cui ha chiesto una valutazione all’Agenzia delle Entrate, toglierebbe parecchie castagne dal fuoco al sindaco. Sia sul presente — l’interesse pubblico della struttura e l’impatto sulla città resta, ma diventa di fatto un bene privato — sia sul futuro. Con un passaggio di proprietà davanti ad un notaio San Siro smetterebbe insomma di far tremare la politica milanese ogni volta che salta fuori una grana".