La notte di Napoli brucia ancora in casa Inter. La finale di Coppa Italia era lì, a un passo, pronta a essere afferrata. E invece, una disattenzione difensiva e qualche errore sotto porta sono costati carissimo ai nerazzurri, tornati a casa a testa bassa. Ma il calendario fittissimo di questa seconda parte di stagione post pandemia non permette né pause né tanto meno cali di tensione. Perché domenica arriva a San Siro la Sampdoria di Ranieri, e la Serie A dei ragazzi di Conte sarà così ufficialmente ripartita. C'è ancora tutta una stagione da concludere, tra campionato ed Europa League. Obiettivi difficili, ma non impossibili da raggiungere. FCInter1908.it ha fatto il punto della situazione intervistando, in esclusiva, Luca Castellazzi, ex portiere nerazzurro dal 2010 al 2014 e vincitore, con la maglia dell'Inter, di una Supercoppa Italiana, di un Mondiale per Club e di una Coppa Italia.
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ESCLUSIVA Castellazzi: “Lautaro? Voci incidono. Inter, EL può essere tua! E se Nainggolan…”
FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva l'ex portiere nerazzurro
Luca, purtroppo non possiamo che partire dalla triste notizia che ha sconvolto il mondo nerazzurro: la scomparsa di Mariolino Corso.
Una notizia davvero triste. Per tutto il popolo dell'Inter e per il calcio. Una vera bandiera nerazzurra. Mi unisco al ricordo di tutti.
Passiamo ad argomenti più leggeri. Quanto può far male a una squadra un'eliminazione nella semifinale di una competizione comunque importante come la Coppa Italia, soprattutto dopo una partita così?
Fa male. E' un peccato che l'Inter non sia riuscita ad arrivare alla finale, perché secondo me la prestazione c'è stata, la squadra ha creato occasioni. Il fatto che Ospina sia stato il migliore del Napoli ci fa capire quanto l'Inter sia stata pericolosa. In questi momenti, quando non hai i 90' nelle gambe, devi riuscire a concretizzare le occasioni che crei. Purtroppo, una disattenzione è costata cara.
Come hai visto in generale la squadra?
Le critiche sono frutto del risultato. Lo 0-1 dell'andata era difficile da ribaltare. Le critiche sono frutto di una finale mancata e che era alla portata. Potevi giocarti un trofeo e cominciare a vincere. L'Inter è in corsa su altri due fronti, ma la Coppa Italia era il titolo più imminente, più vicino. Secondo me, la squadra ha fornito un'ottima prestazione. Nel primo tempo c'è stata una gara molto intensa. Normale che poi, viste le condizioni, i ritmi calino nella ripresa. Ci sono diverse partite nella stessa gara. Ma la squadra è viva, e lo dimostra il fatto che ci ha provato fino alla fine. Questo può far ben sperare per il futuro e le prossime partite.
La disattenzione sul gol del Napoli è costata cara. E' in questi dettagli che l'Inter manca ancora per diventare definitivamente una grandissima squadra?
Nelle gare equilibrate, gli episodi fanno la differenza. Da ex portiere, devo innanzitutto riconoscere che Ospina ha fatto una giocata di alto livello. Oltre ad aver lanciato il contropiede, ha effettuato un rilancio di 60 metro precisissimo sui piedi di Insigne. Gli va dato atto di questo. Eriksen si è trovato uno contro uno con Insigne e non si è riusciti ad arginarlo. Peccato, perché è stato un episodio. Doppiamente pesante, perché è capitato al termine del primo tempo. Magari, andando all'intervallo in vantaggio, sarebbe stata un'altra partita per l'Inter.
L'Inter con Conte ha cercato di cambiare il modo di affrontare le partite. Il suo calcio è dispendioso, il suo marchio di fabbrica è l'intensità. La squadra, secondo me, nei primi mesi ha fatto bene, giocandosela alla pari con le squadre più accreditate. Stiamo parlando di una classifica che vede l'Inter potenzialmente a -6 dalla Juve, qualora dovesse vincere contro la Samp. E quei punti sono frutto solo dei due scontri diretti persi. Conte sa bene che non è facile vincere subito, ma la sua mano si vede: la squadra non molla mai, è tosta. Il percorso è lungo, ancor di più lo è creare uno zoccolo duro per vincere. Ma secondo me era l'allenatore giusto per partire con un progetto volto a creare un ciclo. Ribadisco: peccato per la Coppa Italia, trofeo per me sempre importante, perché era alla portata. Riuscire a giocarsi un trofeo subito avrebbe fatto bene alla consapevolezza e alla sicurezza del gruppo. E' anche vero che l'Inter è ancora in corsa in campionato e così anche in Europa League, dove con la nuova formula a gare secche tutto può succedere.
Una nota positiva è stata la prestazione di Eriksen, che è sembrato finalmente dentro il gioco nerazzurro. Conte ha trovato il ruolo adatto alle sue caratteristiche? Come l'hai visto?
Mi è piaciuto molto. Prima della partita di Napoli non capivamo a che punto fosse il suo inserimento, al San Paolo si è visto quanto si sia integrato. Per me da trequartista è stato decisivo, l'uomo più pericoloso. La prova più brillante è stata quella di Napoli, dove giocava da trequartista, ruolo in cui può incidere con gol e assist. A ogni calcio da fermo può essere decisivo. Ha avuto modo in questi mesi di ambientarsi, anche grazie allo stop. Non è facile per nessuno arrivare subito e spaccare il mondo a stagione in corso. Anche se ricordo dei lampi, tipo la punizione nel derby. Sul giocatore nessuno ha mai avanzato dubbi, bisognava capire la sua giusta collocazione tattica. In questo momento sembra che quel ruolo sia più funzionale alle sue caratteristiche.
Sicuramente incidono. Normale che, quando senti il tuo nome ogni giorno in maniera incessante accostato a trattative di mercato, in un modo o nell'altro qualche energia mentale venga meno. E' anche vero che lui è un professionista, cosa che tra l'altro ha sempre dimostrato. Forse non ha fornito una buona prestazione anche perché non è al top della forma. Parto dal presupposto che l'Inter ha bisogno dei gol di Lautaro, perché è stato determinante per tutto l'anno. E' nell'interesse di tutti fare bene. Poi, a fine stagione, ognuno deciderà cosa è meglio per chi. Sono convinto che società e mister saranno in grado di dargli serenità. Le voci condizionano, ma quando vai in campo pensi a fare bene.
Da portiere, ti chiedo un commento su Handanovic. Prossimo ai 36 anni (li compirà il 14 luglio, ndr), sembra ancora al massimo della forma.
Penso che, per le garanzie che dà sotto il profilo tecnico e fisico, abbia tutto per giocare fino a 40 anni senza problemi. Ha grandissima personalità, un giocatore pesante all'interno dello spogliatoio. Uno di quei giocatori che è sempre meglio avere. Secondo me è lontano il momento del dopo Handanovic. Di nomi se ne fanno tanti. Non la considero una priorità al momento.
Potrebbe essere Musso il suo erede ideale?
E' un portiere che ha fatto bene, cresciuto molto rispetto all'anno scorso. E' vero che a Udine i giocatori se li fanno pagare bene... A me è piaciuto: prima del suo arrivo in Italia non lo conoscevo. La cosa più positiva è che l'ho visto crescere molto. Vuol dire che è un ragazzo che migliora di anno in anno, un fatto positivo per la sua carriera.
Sappiamo tutti quanto può essere devastante. L'anno scorso, a priori la società e l'allenatore hanno fatto scelte diverse. Secondo me, la capacità di Conte è quella di saper sfruttare ogni giocatore. Pertanto, se pensa che Nainggolan possa essere utile al progetto squadra, non penso che abbia preclusioni a dargli un'altra possibilità. Se sta bene, può essere ancora decisivo e dare quell'intensità che, come dicevamo prima, è necessaria nel gioco di Conte. Dopo un anno, si possono tranquillamente fare altre scelte. Tra professionisti, non credo sia difficile trovare una soluzione che vada bene a tutti.
Domenica c'è Inter-Sampdoria. Una partita tanto discussa e per te speciale...
Entrambe le squadre devono partire bene per i loro obiettivi. L'Inter deve tornare alla vittoria per ridurre il distacco dalle prime due e giocarsi così le sue carte nelle ultime 12 partite. In calendario ci sono sfide sulla carta più abbordabili, vincere contro la Samp darebbe lo slancio giusto. Sono stati entrambi capitoli belli della mia carriera, non mi sento di pronunciarmi. Il cuore è per entrambe le squadre. Sono rimasto affezionato a tutte le squadre in cui ho giocato. All'Inter sono arrivato dopo il Triplete, in un ambiente euforico. Abbiamo vinto anche dei trofei nel post Triplete, quindi è stata un'esperienza che rimarrà nei miei ricordi. Ho visto un ambiente di un altro pianeta. Giocare all'Inter ti fa accorgere di quanto sia tutto amplificato. Sono cose che ti rimangono per tutta la vita.
Qualora vincesse contro la Sampdoria, l'Inter si porterebbe a -6 dalla Juventus e a -5 dalla Lazio. Alla ripresa, il calendario propone otto partite teoricamente alla portata dei nerazzurri. Questa squadra può davvero tornare in corsa per lo scudetto? O è troppo tardi?
Troppo tardi no, perché ci sono tante partite e tanti punti in palio. Magari, senza interruzioni, avremmo avuto delle idee diverse. Adesso, però, non sappiamo come stanno le squadre, come si evolveranno le partite. Le gare, almeno per il momento, si giocheranno a porte chiuse, non sappiamo quanto inciderà il fattore campo. Ci sono più variabili. Secondo me, le differenze si accorceranno, perché nella partita ce ne sono 3-4 diverse. Ci sono talmente tanti punti di domanda che mi chiedo perché l'Inter non debba comunque provarci. E' un'occasione da sfruttare. Bisogna battere il ferro perché è caldo. Senza dimenticare che, dopo il campionato, c'è il jolly Europa League, che non metterei da parte. Ci sono sì squadre importanti, ma sono comunque avversari contro cui puoi giocartela alla grande. E con la formula da 'mini Mondiale', se riesci a fare delle partite fatte bene, puoi tranquillamente arrivare fino in fondo.
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