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Inter, che succede a centrocampo? Calha stenta, mistero Sensi e 2 sole certezze

Inter, che succede a centrocampo? Calha stenta, mistero Sensi e 2 sole certezze

La Gazzetta dello Sport si sofferma sulle gerarchie a centrocampo nei nerazzurri di Simone Inzaghi e non soltanto

Alessandro Cosattini

Due sole certezze a centrocampo per Simone Inzaghi. Sono gli intoccabili Nicolò Barella e Marcelo Brozovic, in campo e fuori. Per il resto, l’allenatore dell'Inter fin qui non ha ricevuto risposte convincenti nel reparto, come sottolineato anche dall’edizione online della Gazzetta dello Sport. “La costruzione è meno fluida, la squadra va a strappi e - vedi match con Samp e Atalanta - rischia di perdere equilibrio. Ora Inzaghi deve trovare una soluzione, perché dopo la sosta il calendario in meno di un mese propone Lazio, Juve e Milan in campionato, mentre in Champions ci sarà la doppia sfida con la cenerentola Sheriff che sta facendo le scarpe a tutti”, si legge.

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Insostituibili Barella e Brozovic, che però iniziano ad accusare la stanchezza visti i tanti impegni ravvicinati e la loro importanza nello scacchiere nerazzurro. Non riposeranno in questa sosta, perché sono due titolarissimi anche nelle rispettive nazionali. Straordinari in vista dunque, per entrambi. Per il terzo posto nella mediana interista, invece, non ci sono certezze al momento. Era partito fortissimo Hakan Calhanoglu con il Genoa, per poi calare negli impegni successivi e ieri Simone Inzaghi ha optato per Matias Vecino dal 1’.

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Così La Gazzetta sui due, ma anche su Arturo Vidal: “Calha dopo il Genoa ha sfregato la lampada solo con qualche bel corner, a Marassi ha mancato il gol vittoria ma soprattutto latita quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Spento contro l’Atalanta, a Kiev ha iniziato in panchina e quando è entrato non ha inciso. Un bel problema. Anche perché come mezzala sinistra al momento manca una vera alternativa. Vecino aveva convinto nello spezzone contro la Dea: forte nel gioco aereo, si inserisce, attacca il secondo palo e all’occorrenza sa anche randellare. In Champions però si è giocato male la fiche da titolare, facendo peraltro traslocare a sinistra Barella. In panchina scalpitava Vidal, alla prima convocazione dopo il problema muscolare accusato prima del Bologna. L’alba della stagione aveva regalato sprazzi di vecchio guerriero. Gol e assist col Genoa, un ingresso pesante a Verona (sua l’apertura a Darmian per la rete decisiva di Correa). Poi la nazionale, un altro acciacco e il dubbio che a 34 anni la continuità - di utilizzo e di rendimento - diventi una chimera. Senza dimenticare che, come Vecino e gli altri sudamericani, Vidal tornerà a Milano a poche ore da Lazio-Inter del 16 ottobre”, si legge.

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C’è poi la carta Roberto Gagliardini, che per il quotidiano si candida per una maglia sabato contro il Sassuolo dopo i 9’ ieri a Kiev e precedenti di 16’ col Bologna e 6’ con la Fiorentina (con assist per Perisic). L’infortunio al ginocchio è infatti superato, ora l’ex Atalanta reclama spazio. Chi non è ancora tornato a disposizione di Inzaghi è invece Stefano Sensi, ai box per infortunio. Così La Gazzetta sull’ex Sassuolo: “Sensi potrebbe fare il play basso, la mezzala, il trequartista e la seconda punta. Nel 3-5-1-1 disegnato da Inzaghi quando era squalificato Lautaro ha dato una grande mano svariando alle spalle di Dzeko. In tre giorni poi ha infastidito sia Mancini - che pure per lui stravede - con un tweet ingenuo sia i tifosi interisti con l’ennesimo stop. C’è anche la jella, perché con la Samp era appena entrato e ha lasciato la squadra in 10 negli assalti finali. Per una volta, un problema traumatico e non muscolare. La sostanza però resta. Dovrebbe tornare dopo la sosta, ma oltre alla tenuta del ginocchio andrà valutata quella psicologica di chi non gioca tre gare di seguito senza farsi male dai tempi del Sassuolo”.

(Fonte: Gazzetta.it)

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