Cessioni Inter, Icardi il maggiore indiziato. Ma in casa Juventus è un argomento “tabù”

In tema di Inter, mercato e sacrifici Ultimo Uomo si è recentemente occupato dell'aspetto relativo ad una probabile cessione da parte del club nerazzurro per poter arrivare ad un top player: "Per l’eventuale “ciliegina sulla torta”, che potrebbe essere rappresentata da Lukaku o Dybala, sarà necessario vendere uno o due calciatori di livello. Il maggiore indiziato è ovviamente Icardi, che garantirebbe una plusvalenza pari al suo costo di cessione, ma le difficoltà comunicative con il numero 9 e la sua procuratrice rischiano di condizionare non poco la possibilità di operare sul mercato dei grandi giocatori da parte di Marotta. La strada più facile e remunerativa dal punto di vista economico, se l’ex capitano si convincerà a lasciare Milano, potrebbe essere quella di uno scambio Icardi-Lukaku con il Manchester United o Dybala-Icardi con la Juventus".

Mauro Icardi è accostato alla Juventus un giorno sì e l'altro pure. Dello scambio con Dybala si parla ormai da settimane. Nonostante la sua agente Wanda abbia più volte rassicurato i tifosi sulla sua permanenza all'Inter anche alla corte di Conte. Sarà proprio così? Intanto in casa Juventus è stato da poco presentato Maurizio Sarri. Nella lunghissima conferenza stampa Icardi non è stato nominato una sola volta. Non c'è stato un giornalista che abbia tentato di stuzzicare l'ex tecnico di Napoli e Chelsea con una suggestione di mercato o anche solo più semplicemente chiedendogli un parere spassionato sul giocatore nerazzurro. Difficile pensare che in 80 minuti a nessuno sia venuto in mente di chiedere a Sarri di sbilanciarsi su un tema che ha trovato e continua a trovare ampio spazio su qualsiasi giornale sportivo ormai da settimane. Più probabilmente Icardi potrebbe essere un tema "tabù" a Torino (la società bianconera non ha gradito nemmeno particolarmente che alcune bancarelle avessero esposto, a fine campionato, la maglia bianconera con il nome dell'argentino). Meglio non nominarlo troppo. Soprattutto se quanto raccontato dai principali giornalisti sportivi ha un briciolo di fondamento.