Cristian Chivu in conferenza stampa ha il volto della felicità. Il tecnico dell'Inter, al termine della finale scudetto, ha parlato così della grande impresa dei suoi ragazzi: "Prima di tutto sono felice per i ragazzi, sono loro i veri protagonisti, non io. Questo gruppo l'ho preso 3 anni fa in Under 17. Purtroppo abbiamo avuto dei momenti meno belli: c'è stata la pandemia, i mille tamponi, gli isolamenti, i pochi allenamenti fatti in questi due anni. Abbiamo cercato di recuperare il tempo perso, i ragazzi non hanno avuto la possiblità di giocare e migliorare. Sono contento per loro, hanno inseguito un sogno. Abbiamo fatto un patto 3 mesi fa. La partita della svolta è stata la sconfitta di Firenze, da lì in poi non abbiamo mai perso. Una striscia di 17 risultati utili consecutivi, non è facile nel settore giovanile. Ora è giusto che festeggino e che siano orgoliosi di quello che hanno fatto. Casadei? Sta a loro capire che facendo il salto e andando a giocare con gli adulti cambia tanto, non è come giocare nel settore giovanile. In questi anni abbiamo trasmesso quello che serve per giocare con i grandi. Vediamo se lui ha capito, qualche miglioramento l'ha fatto e ha grandi margini: è eccezionale per struttura, per quelle che sono le sue caratteristiche. Secondo me prima o poi lo vedremo su campi importanti della Serie A, poi non se si rimarrà in Italia o se andrà all'estero, è un giocatore che attira, che ha mercato come tanti altri.
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Chivu: “Dopo il ko di Firenze abbiamo fatto un patto. Alleno per vincere. Casadei…”
L'Inter è campione d'Italia Primavera: il tecnico rumeno ha parlato in conferenza stampa del trionfo dei suoi ragazzi
Zanotti ha già esordito in Serie A, mi spiace che non lo abbiamo avuto, si riprenderà. Ci sono giocatori che potranno togliersi grandi soddisfazioni. Se mi aspettavo questo scudetto? Faccio l'allenatore per vincere. Ho vinto il campionato regionale con l'Under 14, con l'Under 17 il campionato si è fermato a febbraio ma avevamo fatto una grande impresa. L'anno scorso la delusione è stata grande, abbiamo dominato il campionato, miglior attacco e miglior difesa, poi in semifinale abbiamo perso. La mia ambizione è quella di migliorare i ragazzi, però voglio vincere. Mourinho? Sono felice per lui, dà sempre qualcosa in più alle squadre che allena. L'ultima volta che siamo visti è stato quando abbiamo giocato a Roma, poi qualche messaggio. Spero di risentirlo presto. Il nostro successo è tutto merito dei ragazzi. I giovani. Qualcuno all'inizio ha detto che sono pazzo, penso a quando alla prima giornata ho fatto giocare titolare un 2005 come Owusu. Quello che ho visto io nelle ultime due settimane è che Owusu è stato quello che è cresciuto di più, non potevo non dargli questa soddisfazione. Abbiamo rimontato anche grazie ai giovani. La carta d'identità nel calcio non vale: devi avere personalità e ambizione. Anche contro il Cagliari sono stati i più giovani a dare quel qualcosa in più. Cosa ho detto all'intervallo? Ho la fortuna dopo 3 anni di lavoro con questi ragazzi di conoscere pregi e difetti. Non eravamo come in semifinale a Cagliari. Non è stata una partita bellissima, molto bloccata nel primo tempo, anche la Roma ha avuto il freno a mano tirato. Ho detto di essere convinti, che le partite durano fino al 90esimo e a volte anche oltre. Volevo personalità. Non è facile, è una finale, le ho vissute anche io, l'inconscio può giocare brutti scherzi, ho provato a prepararli. Siamo andati sotto, l'abbiamo ribaltata, nel finale a momenti mi veniva l'infarto. Magari l'anno prossimo andrà diversamente.
Il patto nello spogliatoio? Ci siamo detti che dovevamo giocare 15 finali, non sapevamo ancora dove saremmo arrivati. Si partiva dal primo obiettivo: giocare 15 partite per avere la possibilità di giocare la fase finale. I ragazzi sono stati bravi, abbiamo semplificato un po', abbiamo dato stabilità, prima abbiamo cambiato tanto anche per necessità, abbiamo giocato a lungo anche in Youth League. Zilina ci ha tagliato un po' le gambe, ci ha tolto un po' di convinzione, giocare ogni 3 giorni però ci ha aiutato, qualcun altro non era abituato. Abbiamo dato minuti a tutti, alti e bassi sono normali. Quando i ragazzi vanno in Nazionale in pratica non alleniamo nessuno. Volevo ringraziare anche Inzaghi e tutta la società, hanno trattato questi ragazzi come se fossero della Prima Squadra. C'è stata grande attenzione verso i giocatori che sono saliti, li hanno fatti sentire importanti. Distanza tra Primavera e Prima Squadra? Ho avuto la fortuna di giocare in squadre importanti, bisogna avere allenatori che credono nei giovani. Ci sono progetti da fare per dare serenità ai tecnici, dove è importante far crescere i giovani, ma capisco anche le difficoltà che hanno. Bisognerebbe cambiare un po' la mentalità. Samaden è qui da tanto, ma non è solo la sua professionalità, anche dal punto di vista umano ci dà tanto. Non ci mette pressione, l'obiettivo nel settore giovanile non è vincere, non è quello che conta, ma quello che diamo ai ragazzi, prepararli al calcio dei grandi. Va bene la tecnica e la tattica, ma bisogna prepararli dal punto vi sta emotivo. Io anche a 30 provavo a migliorare il destro, senza grandi risultati! (ride, ndr) Se uno non vuole migliorare è finito. Noi abbiamo la fortuna di avere un grande direttore. Cosa diciamo ai ragazzi arrivati alla fine del loro ciclo nel settore giovanile? All'Inter sei anche un po' coccolato. Bisogna preparali a quello che li aspetta. C'è chi perde un anno, chi anche di più. Noi li stiamo preparando, poi sta a loro farci vedere quello che hanno imparato. Magari fra 3-4 anni diranno che avevano ragione i loro vecchi allenatori!".
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