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Lo avevamo intervistato questa estate, in attesa di una convocazione per Pinzolo che puntualmente era arrivata (leggi qui). Federico Bonazzoli era già stato lanciato nel mondo dei grandi. La Serie A. Un sogno, come spesso ancora ama definirlo su Instagram o su Facebook, Federico. "Bona" non si è montato la testa, eppure ci sarebbero motivi a profusione. Da poco il Guardian lo ha inserito nella lista dei 40 migliori talenti del calcio mondiale. L'unico giocatore italiano in una promettente rappresentanza di talenti. Non male per un classe 1997, che ha sempre giocato sotto età nelle categorie giovanili. E che continua a farlo grazie ad un'etichetta che gli hanno affibiato qualche tempo fa. Quella di un predestinato.
E a guardare una sua partita in Primavera si capisce perché Mazzarri lo convochi in prima squadra, vista l'emergenza punte. Si capisce da come si muove, dagli spazi che crea e da quelli in cui si infila. Dalla facilità con cui segna. Dall'impegno e dalla incomparabile dote di sentire poco la pressione, comune al suo amico Icardi. Per lui, oggi, un'altra soddisfazione. Quella di essere convocato per la prima volta in U21. L'unico giocatore, tra i convocati, a disputare un campionato Primavera. Anche se sempre più spesso è a seguito della prima squadra. Qualcosa vorrà pur dire.
Alla luce di questa convocazione in U21 appare ancora più incomprensibile quella mancata per i Mondiali U17. Ne avevamo scritto (qui) chiedendoci che tipo di motivazione avesse potuto spingere il ct Zoratto a non portare Bonazzoli ad una competizione così importante, dopo che il giocatore aveva lavorato tanto (e dopo che aveva giocato le amichevoli in preparazione alla competizione). La motivazione di Zoratto (sulla carta, tecnica) era sembrata poco convincente, ma in pochi lo avevano sottolineato. Ora in tanti sono tornati su quell'episodio (la Gazzetta dello Sport lo ha definito recentemente l'unico inspiegabile buco nero nella sua carriera), che Federico ha messo giustamente da parte.
La sua non convocazione per quel Mondiale è destinata a rimanere un mistero (chissà che cosa ne pensa Sacchi, ai tempi responsabile delle nazionali giovanili). Intanto Bona guarda avanti e, gradino dopo gradino, dimostra quanto si fossero sbagliati. La sua prima convocazione in U21 è un'ottima risposta. Di quelle che non ammettono repliche.
Twitter @SBertagna
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