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La decisione del Milan di costruire il suo nuovo stadio da 42.000 posti, da realizzare e inaugurare entro il 2020, al Portello ha suscitato la reazione del governatore della Lombardia Maroni, che stava da tempo sponsorizzando l'area Expo.
Ma la società rossonera sembra non sentirci da quest'orecchio, tanto è vero che oggi a Milanello Barbara Berlusconi ha illustrato ad alcuni sponsor il piano per il nuovo impianto.
Il tema solleva qualche preoccupazione a Palazzo Marino, sottolinea il Corriere della Sera, per il rischio che anche l’Inter decida di costruire una propria struttura lasciando a quel punto San Siro, di proprietà comunale, completamente inutilizzato.
L’assessore comunale allo Sport, Chiara Bisconti, ha infatti ricordato che «Milano ha lo spazio per avere due stadi, senza che uno cannibalizzi l’altro». Due sì ma tre no. «Il Comune di Milano è proprietario di San Siro e continua a investire su quello: è un asset, ha un valore simbolico e stiamo lavorando per la finale di Champions League del 2016», ha sottolineato la Bisconti.
L'idea di Thohir, però, non sembra quella di costruire un nuovo impianto quanto piuttosto di rivedere la capienza e la struttura del Meazza, con il terzo anello cancellato e dedicato a negozi e ristoranti.
Ma conviene all'Inter restare in un impianto non di proprietà, con un affitto da pagare (oggi pari a 8 milioni di euro l'anno) ed inevitabili ripercussioni negative sui ricavi da stadio?
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