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L’Inter vola a +6 espugnando il Tardini in una gara più complicata di quello che forse era lecito aspettarsi. Un anno fa probabilmente avremmo portato a casa un pareggio. Forse sta qui la differenza rispetto al passato, dopo un anno e mezzo di apprendistato col Comandante Conte.
Perché il Parma quando affronta l’Inter ci mette sempre qualcosa in più è ieri è stata solamente una conferma. Alla vigilia il tecnico aveva dichiarato di aver visto un Sanchez in spolvero e non era un bluff. Infatti il cileno è stata l’unica novità di formazione peraltro azzeccata visto la doppietta decisiva. Ma a Parma è stata la vittoria di un allenatore che ha saputo trasmettere alla squadra la giusta mentalità per uscire con i 3 punti da un campo complicato. Perchè la gara è stata tutt’altro che agevole. Merito di un Parma ben messo in campo, ma colpa anche di un’Inter che ha sciupato diverse occasioni importanti e che è scesa in campo con il freno a mano tirato, forse con meno foga del solito, dovuta ai numerosi diffidati.
Troppo semplicistico fare un raffronto di posizioni in classifica, soprattutto perché quest’anno abbiamo sott’occhio in maniera chiara ed evidente come le piccole abbiano creato enormi difficoltà a chi sulla carta è nelle prime posizioni. La rinascita nerazzurra è la raffigurazione plastica della nuova vita di Eriksen, dello stesso Sanchez, ma anche di Skriniar che lo scorso anno aveva faticato non poco. Passando per Perisic che nelle ultime 4 partite ha fatto un vero e proprio salto di qualità, senza dimenticare Darmian. Oggi tutti quelli che entrano in campo, lo fanno in maniera determinata e determinante. Con la cattiveria e l’attitudine di chi deve sbranare l’avversario.
Ieri Conte ha parlato di ‘resilienza’ non a caso. L’Inter di oggi, dopo un anno e mezzo di lavoro, trasmette la sensazione di non cedere più di schianto di fronte alle difficoltà. Di saper tenere botta anche nei momenti complicati che capitano nelle partite, di non perdere la concentrazione e di superare il tutto con la forza del gruppo.
Certo, tutto oggi è amplificato dai risultati e dal distacco aumentato in classifica. Ma 13 partite non consentono sogni tranquilli. Lunedì sera la sfida con l’Atalanta ci dirà di che pasta siamo fatti.
Non contano solo i 3 punti, ma anche il fattore psicologico per noi ma anche per chi spera che i bergamaschi possano interrompere la marcia positiva. Guai a montarsi la testa, dopo l’Atalanta dobbiamo ancora affrontare big match con Napoli, Roma e Juventus alla penultima, più gare insidiose come Verona, Bologna e Spezia. Non va dato nulla per scontato, ma oggi l’Inter è padrona del proprio destino e forse questa è la consapevolezza che fino ad un anno fa gli stessi giocatori dimostravano di non riuscire a sostenere sotto il profilo mentale. Tutto al netto di una sosta per le nazionali che terrà tutti col fiato sospeso.
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