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Conte: “Scudetto al 95%. Pressione ovvia. Skriniar-De Vrij-Bastoni come la BBC”

Le dichiarazioni ai microfoni di DAZN dell'allenatore dell'Inter Antonio Conte, che analizza a caldo la sfida contro il Verona

Alessandro De Felice

Dopo il fischio finale dell'arbitro Abisso, l'allenatore dell'Inter Antonio Conte ha analizzato la sfida di San Siro contro il Verona. Ecco le dichiarazioni del tecnico nerazzurro ai microfoni di DAZN:

"Arrivare a questo punto, con il pallone che inizia a pesare, perché tanti è la prima volta che si trovano in questa situazione. Inevitabile che sentiamo la pressione. Abbiamo fatto due ottime partite contro Napoli e Spezia, avevano detto che ci eravamo fermati e invece non era così. Penso che oggi abbiamo fatto la partita, abbiamo creato situazioni da gol. Situazioni come quelle a Spezia, a tu per tu col portiere, e oggi con Lautaro-Silvestri, dimostrano che il pallone è più pesante del solito. Riuscire a vincere quest'anno significa mettere nella testa dei calciatori un'esperienza che ti porta ad essere vincente. Penso che sia molto importante. I ragazzi un po' lo stanno sentendo. Altri stanno perdendo punti, noi abbiamo una marcia costante. Diciamo che stiamo mantenendo il piede sull'acceleratore.

Esultanza? Vedo il 95% della conquista dello scudetto. Era una corsa importante. Ancora non l'abbiamo conquistato ma vincere oggi contro una squadra che crea difficoltà ed è molto fisica, non aveva nulla da perdere ed è venuta a giocarsi la partita a viso aperto. Vincere queste partite non sono 3 punti ma 9. Difesa? Vedo tante similitudine con Bonucci-Barzagli-Chiellini, che erano vergini a livello di vittorie. Nel primo anno alla Juve anche loro non avevano vinto niente. Quindi si è iniziato un percorso. Anche Skriniar-De Vrij-Bastoni possono iniziare un percorso in cui la vittoria porta consapevolezza nei tuoi mezzi. Ci devono essere le basi. Mi auguro che accada la stessa cosa. Al Chelsea era diversa perché i difensori avevano già vinto.

Prepartita? La passeggiata per vedere il campo con Oriali è diventata un'abitudine. Serve a scaricare le tensioni. Speri che inizi quanto prima perché hai voglia di vedere il risultato finale per gioie come sta accadendo frequentemente. Ci ripaga di tantissimi sacrifici e preoccupazioni. Sicuramente in questi 2 anni abbiamo lavorato tanto non solo a livello calcistico ma anche mentale. Era da tantissimo tempo che l'Inter non era competitiva. Ci abbiamo provato l'anno scorso. Stiamo lottando e siamo vicini alla conquista dello scudetto. Dobbiamo lavorare anche dal punto di vista mentale. Al volte sei anche pesante ma ne ho trovato pochi vincenti ma leggeri. Il percorso che tu indichi di difficoltà estrema. Ci vuole lavoro e rinunce. Quanti sono disposti? Chi propina questo viene visto male all'inizio, ma poi ti porta a conquistare un gruppo di calciatori che si affidano. Parola Scudetto? Non sono scaramantico. Ne ho sempre parlato e ne parlerò sempre. Un allenatore del mio livello non si può accontentare. Quando sono arrivato all'Inter ho detto 'devo sapere di avere sempre l'1% di possibilità però devo essere conscio di avere almeno l'1%. Il traguardo massimo è sempre il mio obiettivo. Il mio cognome porta a vincere e se non lo fai è un problema".

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