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Inter, da Conte ad Inzaghi non cambia: boom nei secondi tempi. Due i segreti
"Prima regola: mantenere sempre le buone abitudini. Ed è da questa base che Simone Inzaghi ha cominciato il suo lavoro all’Inter. Da uno scudetto sul petto e da una nuova consapevolezza, cresciuta a dismisura dopo il cammino vincente dell’ultima stagione". Apre così l'analisi de La Gazzetta dello Sport in merito al lavoro sin qui svolto da Simone Inzaghi ad Appiano. Un lavoro che sta dando i suoi frutti, con i numeri che ne sono la conferma. "L’Inter di Conte era arrembante per 90 minuti, seguendo il diktat tanto caro al suo allenatore: furore e qualità. Furore che si trasformava in macchina schiacciasassi non appena il ritmo degli avversari calava", rimarca la Rosea che sottolinea come siano stati 58 i gol segnati nella ripresa con Conte, miglior squadra, per distacco, nella ripresa con Napoli e Atalanta ferme a 49.
Inzaghi ha ereditato una squadra abituata ad alzare i giri nel motore nella ripresa ma il trend si conferma anche con il nuovo tecnico: dei 18 gol segnati in 5 partite di campionato, 11 sono arrivate dal 46' in poi. "Fabio Ripert è sicuramente uno dei segreti di questa nuova Inter, al pari di una rosa lunga e ricca di soluzioni in ogni zona del campo. Il preparatore atletico ex Lazio sembra aver già portato la rosa nerazzurra a una condizione ottimale, anche se non ancora – come ovvio che sia – al cento per cento", rimarca il quotidiano. Solamente con il Real Madrid, l'Inter ha faticato ed è calata nella ripresa mentre con la Sampdoria il problema è stato di gestione più che di tenuta fisica. "E ora che Inzaghi ha cominciato ad affidarsi alle rotazioni, emerge ancora più netta la qualità della rosa. Gestire le forze resta fondamentale, ma Inzaghi sembra poter osare più degli altri", chiosa il quotidiano.
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