L'Inter di Antonio Conte si prepara allo sprint finale per lo scudetto. La squadra nerazzurra vuole accelerare per portare a casa il titolo. A undici partite dal termine (da recuperare la gara col Sassuolo), il club di viale della Liberazione può sorridere: i numeri testimoniano l'ottimo rendimento delle squadre del tecnico leccese, che in cinque dei sei massimi campionati disputati da allenatore ha raccolto sempre una media punti superiore rispetto a quella della prime 27 giornate.
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L’Inter accelera con la regola Conte: 3 segreti dietro lo sprint scudetto
La Gazzetta dello Sport analizza il rendimento delle squadre di Conte nel finale di stagione e spiega i 3 motivi dello sprint scudetto
La Gazzetta dello Sport ricorda i precedenti: alla guida di Juventus, Chelsea e Inter, Conte non ha mai raccolto più di una sconfitta nelle ultime undici gare, eccezion fatta per la seconda annata sulla panchina dei 'Blues'. Anche nella passata stagione andò meglio, con 24 punti frutto di 7 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta: a questa Inter basterebbe replicare il rendimento di un anno fa per tagliare fuori il Milan dalla lotta scudetto.
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Una tendenza non casuale. Cambiano gli interpreti ma il fil rouge resta Conte e il suo staff. Per La Gazzetta dello Sport ci sono tre spiegazioni dietro allo sprint scudetto: "La prima è atletica: il tipo di preparazione fisica consente ai giocatori di Conte di arrivare in fondo con uno stato di forma superiore alla norma, senza accusare troppo il peso della stagione. E la storia si è ripetuta nel corso degli anni nonostante il tecnico abbia pure cambiato preparatore: all’Inter il responsabile è Antonio Pintus, al Chelsea e alla Juve c’era Paolo Bertelli.
La seconda ragione è tattica. Il calcio di Conte è un meccanismo che i suoi giocatori devono mandare giù a memoria. Certi movimenti in campo si riconoscono chiaramente, pur dentro partite diverse. Le situazioni tattiche variano di stagione in stagione. a seconda dei giocatori a disposizione. Ma è logico pensare che più va avanti il campionato, più i meccanismi si trasformano in automatismi e le prestazioni, di conseguenza, finiscono addirittura per migliorare.
La terza ragione è quella mentale. Conte è l’unico allenatore ad aver già trionfato in un campionato, in questa Serie A. Ma soprattutto, ha un passato vincente anche da giocatore, con la Juventus. Il curriculum ha un peso, non solo quando firmi i contratti. Ha un peso specifico nei confronti dei giocatori che alleni. E sulla capacità di trasmettere loro l’abitudine all’alta pressione, alla vittoria, alla gestione dell’adrenalina quando il traguardo si avvicina".
Niente 'braccino' del tennista per Conte, che in carriera ha vinto in volata o per distacco. La Rosea conclude: "Questa sosta suona un po’ come la quiete prima della tempesta. Tempesta per gli avversari, certo, almeno stando alle medie punti abituali di Antonio".
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