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Conte, errori da matita blu: il piano B non esiste. La dimostrazione? Al 68′ di Inter-Shakhtar

Matteo Pifferi

Lo 0-0 contro lo Shakhtar elimina l'Inter dall'Europa: tempo di resettare in ottica campionato per salvare la stagione

Con uno scialbo 0-0 a San Siro contro lo Shakhtar Donetsk, l'Inter esce dall'Europa al termine di un girone che ha evidenziato tutti i limiti di una squadra che, come sottolineato più volte e anche pubblicamente da Conte e Lukaku, non è ancora una grande. Ma, per farlo, serve cambiare qualcosa, uscire dagli schemi, affidarsi alla qualità. Sembra essere questo il tema principale emerso dopo i 97' di partita contro la compagine ucraina, arrivata a San Siro con la possibilità di restare in Champions League ma protagonista di una partita prettamente difensiva che ha portato Castro a raggiungere l'obiettivo di non uscire dall'Europa. Conte lo ha rimarcato nel post-match, rispondendo in maniera piccata e polemica alle considerazioni di Anna Billò e Fabio Capello. Ma, analizzando il canovaccio della partita, è difficile dare ragione a Conte: questa Inter non ha un piano B, è un dato di fatto. E il primo cambio, al 68', che è un semplice avvicendamento degli esterni (Perisic al posto di Young), ne è la prova più tangibile.

ZERO CATTIVERIA

L'Inter vista contro lo Shakhtar è sembrata quella impacciata di inizio stagione, senza cattiveria e con un possesso palla sterile e a tratti irritante oltre che inconcludente. Le occasioni da gol ci sono state ma sono sembrate più generate quasi per inerzia invece che conclusioni di azioni manovrate, a tal punto che sono in molti a evidenziare come la preparazione della partita da parte dello stesso Conte sia un tema cruciale sul giudizio complessivo dei nerazzurri. La partita di San Siro ha evidenziato l'assenza di un piano B ad un gioco che, se Lukaku - il rendimento del belga, straordinario, lo ha mascherato più di una volta - o Lautaro non sono in giornata, rimane ingolfato. Una pioggia di cross dalle fasce respinti in maniera troppo facile dai difensori. E così in loop fino a che un singolo non si inventi qualcosa.

ERIKSEN, WHAT IF?

L'alternativa Conte ce l'ha avuta ieri sera e ce l'ha sempre avuta - a differenza degli altri centrocampisti che, per cause diverse, non sono mai stati sempre al 100% - e risponde al nome di Christian Eriksen che sembra destinato a lasciare Milano già a gennaio. Eppure, nonostante i soli 5' più recupero, il danese ha avuto l'approccio giusto, creando anche due occasioni pericolose e gettando in mezzo dei corner anche insidiosi, non sfruttati dai compagni. Non aver puntato su Eriksen in questa specifica partita, o quantomeno nella mezz'ora finale, è un errore da matita blu da parte di Conte e pone qualche dubbio sull'efficacia dell'integralismo tattico del tecnico salentino, già rimarcato in maniera abbastanza evidente dal suo curriculum europeo tra Juventus, Chelsea e Inter. Errore ancor più grave perché sbilanciarsi e uscire dagli schemi ben prima dell'85' avrebbe prodotto forse un minore equilibrio ma è bene ricordare che un pareggio o una sconfitta ieri sera avrebbe avuto lo stesso effetto. Quello che poi si è concretizzato. Con i se e con i ma non si fa la storia ma uscire in questo modo dall'Europa non fa altro che aumentare i dubbi e i rimpianti.