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Conte aveva ragione: puntuali le saccagnate promesse. Lautaro, Barcellona gode per una fake news

Daniele Mari

L'editoriale del direttore di Fcinter1908, Daniele Mari. Pioggia di critiche sull'Inter, Conte e Lautaro dopo il pareggio di Napoli. Esagerate?

«Sento tanti proclami: sono in questo mondo da tanto tempo e so che tutto questo è fatto ad arte per darci qualche bella saccagnata. Voi, per esempio, non considerate il Napoli che è una squadra forte, ha rinforzato la squadra con giocatori che giocano assieme da tempo. Oltre alla Juve che è molto, molto, molto forte».

Parole e musica di Antonio Conte lo scorso 24 settembre. Il giochino, come lo chiamava il tecnico nerazzurro, è diventato puntualmente realtà. Tutta la calma e l'equilibrio invocati durante il lockdown sono svaniti al 90' di Napoli-Inter. Dal minuto successivo, ecco deflagrare il caso Lautaro, rievocare il paragone tra Conte e Spalletti, addirittura bocciare la prestazione di Eriksen (per fortuna solo 2 opinionisti in una emittente), largamente migliore in campo.

Uno tsunami di critiche per l'Inter, lo spettro della stagione fallimentare ormai dietro l'angolo. Tutto per una partita, importante sì, ma giocata dopo 3 mesi di inattività e soprattutto giocata bene dalla formazione di Conte. Contro una squadra che, ad inizio anno, era data da tutti per antagonista della Juve.

Ma la cosa non sorprende più di tanto. I mirini erano già puntati, il fucile pronto a colpire. Serviva solo il momento giusto. Quando l'Inter vince, allora conta la prestazione. Quando l'Inter perde, l'aver giocato bene è un dettaglio trascurabile. Siamo abituati e questo è il momento di essere incudine. In finale è andato il Napoli, questo conta.

E poi c'è il caso Lautaro. Dopo tre mesi di narrativa catalana, siamo arrivati alla definitiva deflagrazione. Poco importa che si siano assimilate partite di gennaio a una (una!) partita di giugno. La crisi dell'argentino "dura da mesi" è il ritornello. E il Barcellona gongola per la svalutazione del suo cartellino.

Ma l'Inter non è in queste condizioni. L'Inter ha fissato il prezzo necessario per assecondare i desiderata del ragazzo. Non c'è volontà della società di cedere, c'è eventualmente l'idea di non trattenere un giocatore controvoglia. Ma solo a quelle, specifiche condizioni. Quindi non c'è alcuna svalutazione possibile: il prezzo è quello.

Come ha dimostrato, tanto per citarne uno, Claudio Lotito con Milinkovic Savic. Il serbo ha vissuto momenti di scadimento di forma evidenti. Eppure il prezzo è rimasto sempre quello perché la volontà del club non è mai stata quella di cedere ad ogni costo. Quando sei spalle al muro, allora devi scendere a compromessi. Altrimenti consegni l'Iban e aspetti il 7 luglio.

Questo il messaggio inviato al Barcellona da Ausilio e Marotta: non c'è aria di saldi ad Appiano. Malgrado le saccagnate.