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Antonio Conte, intervistato in esclusiva dal Corriere della Sera, sembra chiudere definitivamente le porte ad un suo possibile approdo sulla panchina nerazzurra. Ecco le sue parole:" Se mi aspettavo di inziare così? Sinceramente no. Mourinho aveva fatto la storia, ma il Chelsea veniva da un 10° posto e i problemi c’erano. Un sacco di persone, me le ricordo, erano dubbiose sul fatto che io potessi portare qui il mio metodo. Che non è maniacale, ma studiato, ragionato. La vittoria non cancella le difficoltà però soddisfa ancor più me e la squadra. I soldati vanno in guerra, ma se non vogliono andarci è impossibile avere un buon generale. Cosa mi ha lasciato questa sfida? Ho scoperto una pazienza che non pensavo di avere: mi sento più completo, migliore"
FUTURO -"Stiamo progettando il futuro. Quest’anno avevamo una base di 13-14 buoni giocatori, l’anno prossimo con la Champions dobbiamo aumentare la rosa nei numeri e nella qualità. La base ora c’è, bisogna metterci le ciliegine. Se resto al Chelsea? Ho ancora due anni di contratto, dimostrano di apprezzarmi, condividono le mie idee e il mio progetto. Quando vai di pari passo nella costruzione di alcune cose sei abbastanza sereno. E non è questione se Abramovich mi accontenta. Nel mio percorso di allenatore non mi hanno mai dato chissà che. Magari uno chiede, ci sono altri che sono bravi non solo a chiedere ma anche a farsi accontentare. Io chiedo, ma devo imparare la via giusta per farmi accontentare. Sotto questo punto di vista devo crescere molto. A chiedere sono bravi tutti, i fenomeni sono quelli che ottengono. Qui c’è condivisione di un progetto, sanno che la rosa va rinforzata"
FINALE FA CUP - "A inizio stagione non ci davano neppure tra le prime quattro, ora c’è la finale, ma partiamo sfavoriti. Abbiamo vinto la Premier, potremmo essere già sazi e non avere la stessa fame dell’Arsenal che con la FA Cup salva la stagione. La fame è fondamentale."
MOURINHO - "Il diverbio con lui? Noi siamo animali da campo, durante la partita sono pronto a far tutto per far vincere i miei. Parto dal presupposto che lì, sul terreno di gioco, la regola è: morte tua, vita mia. Non c’è scampo. L’importante è che ci sia rispetto. Finita la partita, finito tutto"
LA FAMIGLIA - "Con mia moglie abbiamo preferito aspettare i primi sei mesi. A gennaio si sarebbe dovuta trasferire, ma non volevamo far lasciare la scuola a metà anno a mia figlia. L’anno prossimo la famiglia si trasferisce"
(Corriere della Sera)
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