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Così come non può passare inosservato l'altro segnale arrivato ieri sera dal calcio internazionale: i primi gol di Euro 2024 portano la firma di Wirtz e Musiala. Entrambi classe 2003, entrambi poco più che ventenni, entrambi già stelle assolute della Germania e protagonisti in squadre di vertice come Bayer Leverkusen e Bayern Monaco, entrambi con più di 150 presenze tra i professionisti alle spalle nonostante la giovanissima età. Parliamo sicuramente di due calciatori fuori dalla media, ma anche dell'ennesima dimostrazione della differente politica sui talenti emergenti. Carboni, a 19 anni, conta 40 apparizioni tra i "grandi": Wirtz e Musiala, alla stessa età, ne avevano più di 80...
La domanda
—A questo punto la domanda sorge spontanea: conviene davvero all'Inter sacrificare Valentin Carboni? Il suo talento, riconosciuto da anni, si sta affacciando anche sul palcoscenico internazionale; le sue caratteristiche lo renderebbero un giocatore unico nel reparto avanzato nerazzurro, garantendo a Inzaghi un elemento in grado di saltare l'uomo, di servire assist, di "inventarsi la giocata"; allo stesso tempo la società si ritroverebbe un gioiello cresciuto in casa, senza la necessità di andare a cercare altrove.
E qui si torna alla domanda posta qualche riga più su: un'offerta da 30 o più milioni di euro aiuterebbe sicuramente le casse del club, ma fino a che punto? O ancora: conviene davvero inserirlo in una trattativa per arrivare a un altro attaccante? Si parla di Gudmundsson, per esempio: un giocatore con 8 anni in più, reduce da una sola stagione convincente in Serie A. Siamo davvero sicuri che l'islandese possa dare di più rispetto a un talento in rampa di lancio come Carboni?
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