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Cordoba: “Che emozione questo addio. Quella volta che ne ho dette quattro a Mou…”

Era un’amichevole, ed era pure la sua ultima gara in nerazzurro, niente di meglio: chiudere una carriera Internazionale in Indonesia. Ivan Ramiro Cordoba ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Repubblica e ha spiegato tutta la...

Eva A. Provenzano

Era un'amichevole, ed era pure la sua ultima gara in nerazzurro, niente di meglio: chiudere una carriera Internazionale in Indonesia. Ivan Ramiro Cordoba ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Repubblica e ha spiegato tutta la sua emozione per gli ultimi scampoli con la maglia che ha amato tanto: "Per tutta la partita ho pensato: ecco, questo è il mio ultimo scatto, ora il mio ultimo anticipo, questo è di sicuro il mio ultimo fallo. Poi l’ultima uscita dal campo, è finita davvero. Zanetti mi ha ceduto la fascia prima di andarsene, ce l’ho qui con me", ha detto. 

DOLORI - E' il ricordo di una giornata bellissima, una delle tante in un carriera interista, fatta di giorni difficili e vittorie irragiungibili (per gli altri). Chiude a trentasei anni perché: "Il ginocchio e la caviglia mi fanno troppo male: c’era il rischio di avere seri problemi nella vita di tutti i giorni. E io non posso pensare di non poter giocare coi miei figli", ha aggiunto. 

INTER FAMILY - Scelte di vita di un papà special. L'ultima gara ufficiale l'ha fatta a San Siro, nel derby contro il Milan: "Che sorpresa vedere i miei compagni tutti con la maglia numero due, poi Moratti che mi premia in campo. Noi siamo così, una famiglia. Sanguigna, magari un po' incasinata, ma fatta di affetto e di valori".

MORATTI - Non ci sono parole più belle per descrivere l'Inter, un'isola sulla quale è approdato proprio grazie al presidente: "Mi ha visto giocare in cassetta - racconta Cordoba - e mi ha segnalato a Lippi, poi sono arrivato alla Pinetina". Il segnale che si può fare qualcosa di buono anche nei momenti complicati. "Moratti è come una mamma che non ti rimprovera neanche quando te lo aspetti, anche quando andavano male le cose veniva ad Appiano e ci coccolava".

COMPAGNI - Poi sono arrivati i meritatissimi momenti felici: "Il miglior periodo, è chiaro: la Champions, poi il Mondiale per club. Il miglior compagno di squadra tranne Zanetti? Il più grande: Baggio, anche come persona. Poi Ronaldo: impressionante, e non sapete cosa faceva in allenamento...".

ALLENATORI - E c'è anche una citazione per il miglior allenatore: "Cuper, Mancini con cui ho avuto scontri importanti ma c’era rispetto. Poi ovviamente Mourinho. Una volta gliele ho dovute cantare e forse è servito…". 

SPECIAL CORDOBA - La frase merita approfondimenti, Ivan Ramiro che le canta a Mou: "Per forza. Dopo una sconfitta a Bergamo ci aveva detto brutte cose: non avete vinto niente, e quel poco solo grazie ai tribunali… Gli parlai a brutto muso: non puoi permetterti, tu sei nuovo e non sai cosa è successo qui in Italia, e ti assicuro che è successo di tutto. Si arrabbiò, ma alla fine capì e gli servì. Quel giorno abbiamo costruito un pezzetto di Inter del Triplete", rivela il difensore colombiano. 

RICAMBIO - E adesso arriva il futuro: "Le generazioni finiscono, bisogna cambiare, accade a tutti ed è giusto". Nel suo di futuro c'è un ruolo da dirigente nerazzurro e la sua fondazione 'Colombia te quiere ver': "Assistiamo 150 bambini in Colombia, forniamo loro almeno un pasto al giorno perché non si può andare a scuola senza mangiare. Quando ti vengono a ringraziare perché gli hai migliorato la vita, è un’emozione". 

Avere giocatori come lui ha migliorato anche la vita di tanti interisti, ecco perché - chi conosce la storia nerazzurra e sa cosa significa 'restare' in mezzo alla bufera - non può che dire a questo uomo, dal carattere coraggioso e dai tratti indios, grazie. Grazie per tutto, Ivan