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Cordoba: “Con Moratti subito rapporto di fiducia. Prima del Mondiale per Club..”

Un appuntamento da non perdere, questa sera, su Inter Channel. Tra esattamente due ore, ospite in studio, con il direttore Edoardo Caldara, a “Prima Serata” c’è Ivan Ramiro Cordoba. Per il difensore colombiano è arrivato...

Francesco Parrone

Un appuntamento da non perdere, questa sera, su Inter Channel. Tra esattamente due ore, ospite in studio, con il direttore Edoardo Caldara, a "Prima Serata" c'è Ivan Ramiro Cordoba.

Per il difensore colombiano è arrivato l'addio al calcio giocato, ma gli inizi, da dove è partito e con che intenzioni, lui li ha ben lucidi in mente. "Uno dei miei obiettivi, quando sono uscito dalla Colombia, era che tutti potevano avere la possibilità di arrivare qui: se sei responsabile, se lavori, se metti a disposizione la tua serietà. Se sono riuscito a trasmettere tutto ciò giocando nell'Inter, sono ancora più orgoglioso e felice".

IL PRESIDENTE - Colombia, Italia, cambiamento e novità. Anche quando si parla di presidenti. "Per me Moratti è stato il primo quando sono arrivato a Milano.- spiega Cordoba-. Io arrivavo da un'altra realtà.... dove parlare con il Presidente era sinonimo di parlare con un certo tipo di persona, con il quale non potevi neppure alzare la testa. Già dal saluto ho capito che avevo davanti una persona e non solo il mio presidente. Quel saluto di Moratti mi ha dato fiducia, mi ha responsabilizzato e mi sono detto: 'come non dare tutto per una persona così'. Ricordo che una volta, la squadra andava male male, e la presenza del presidente era annunciata ad Appiano. Ci sentivamo imbarazzati, facevamo fatica a guardarlo. E lui, invece, ci disse: 'Ho tantissima fiducia in voi, non ho dubbi', quindi ci ha regalato un simbolo di fede in Dio. Comportandosi così ci ha dato una lezione unica".

A VOLTE FA PAURA - Ma "ricordo anche interventi duri del Presidente: è entrato nello spogliatoio e tutti volevamo uscire...ci ha fatto spaventare. Poi, prima di partire per il Mondiale per Club, anche lì è stato bello tosto. Abbiamo capito al volo: dovevamo vincere. Era giusto fare così".