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Cordoba: “Inter e Italia, la mia vita. Moratti ha creduto in Guarin. E io…”

Riccardo Fusato

Ivan Ramiro Cordoba ha appeso, come si dice in gergo, le scarpe al chiodo e sta affrontando la nuova esperienza da team manager. Dalle pagine del Corriere dello Sport ha parlato del suo passato, del suo nuovo ruolo e dei colombiani arrivati in...

Ivan Ramiro Cordoba ha appeso, come si dice in gergo, le scarpe al chiodo e sta affrontando la nuova esperienza da team manager. Dalle pagine del Corriere dello Sport ha parlato del suo passato, del suo nuovo ruolo e dei colombiani arrivati in italia.

"L'Italia, al mio arrivo, mi ha accolto bene. Non vedevo lora di mettermi in gioco, di far bene per ripagare la fiducia che l'Inter mi aveva dato. Mi sentivo una specie di ambasciatore?? del mio Paese perché se avessi fatto bene, sapevo che avrei dimostrato che sui colombiani si poteva fare affidamento, in campo e fuori. A Milano ho vissuto poco perché ho sempre abitato vicino a Como. Mia moglie Maria Isabel è stata con me dall'inizio e in Italia sono nate Paloma, Belen e Juan José. Qui mi hanno fatto sentire tutti come a casa, al di là delle differenze culturali e climatiche. E per questo che ho deciso di rimanere anche adesso che ho appeso le scarpe al chiodo: volevo continuare ad aiutare lInter e magari vincere ancora, anche se in un altro ruolo."

Poi parla del suo nuovo ruolo di team mamager: "Mi sto trovando abbastanza bene. Ho smesso da pochi mesi di giocare e per il momento uso più l'intuito e l'impegno che l'esperienza. Sto cercando di trasformare il mio passato di calciatore per metterlo al servizio della squadra. Alzare la voce? Poche volte. Parlando in anticipo e mettendo in chiaro le cose fin dallinizio si evitano i problemi. E poi secondo me quando fai un intervento senza essere costretto ad alzare la voce puoi anche risultare più facilmente comprensibile. Il campo non mi manca più di tanto, adesso ho cambiato... ruolo, ma mi restano i bei ricordi. Ci sono stati anni in cui abbiamo sofferto perché i risultati non arrivano, ma certe delusioni hanno reso ancora più dolci i successi."

Infine il discorso scivola sui giocatori colombiani in Italia e sulla sua Colombia: "In Europa siamo in tanti? Perché tutti hanno capito che i colombiani sono solo giocatori affidabili e di talento che non sono buoni solo per 6 mesi. Guarin? Sta andando bene. Lo abbiamo curato, il presidente ha creduto in lui e adesso può fare grandi cose. Falcao il migliore? E uno da top club. Ha fatto la gavetta e ha sofferto grandi infortuni. Ora però sta bene ed è immarcabile. Quintero? A me piace perché fa giocate diverse?? dagli altri. Di mancini così se ne vedono pochi. Ai colombiani piace Milano? Credo di sì: qui ci sono buoni ristoranti brasiliani, argentini e anche uno colombiano. E poi le discoteche, anche se non le frequento.. Il pIatto preferito? Bandeja Paisa. E una...bomba con fagioli, riso, salsiccia fritta, maiale, uova fritte, banana e carne tritata"