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Quella contro la Lazio sarà per lui l’ultima in nerazzurro, dopo anni di successi ha deciso di dire basta con il calcio giocato, stiamo parlando di Ivan Ramiro Cordoba. Giocatore simbolo dell’Inter di Moratti, un esempio per i giovani nerazzurri, una bandiera. Il centrale colombiano ha parlato degli anni in nerazzurro in esclusiva ai microfoni di Sport Paper, tanti ricordi positivi ma anche qualche sofferenza, una carriera con la casacca interista conclusa nel migliore dei modi, tanti trofei in bacheca ed un futuro che potrebbe comunque esser tinto di nerazzurro. Di seguito l’intervista completa rilasciata dal numero 2 interista:
Una bandiera dell’Inter di Moratti, tanti gli anni vissuti in nerazzurro, quale il momento più bello e quello meno positivo nella tua mente?“Mi viene subito in testa il momento meno positivo, impossibile dimenticare lo scudetto perso a Roma il 5 maggio, una giornata amara, da dimenticare. Un altro momento da eliminare in nerazzurro è stato l’infortunio subito a Liverpool, un momento delicato della mia carriera, molto triste per me. Gli anni successivi sono stati ricchi di successi e momenti da ricordare, difficile scegliere il più bello. Ho vissuto momenti indimenticabili in nerazzurro, li tengo tutti stretti nel cuore. Dal primo scudetto fino allo storico triplete“.
Nei tuoi anni all’Inter hai avuto modo di giocare con molti compagni di squadra, con chi hai legato maggiormente e ricorderai con piacere?“Sicuramente con Zanetti, ci lega una grandissima amicizia, una grandissima persona. Con Pupi c’è una grande amicizia che va oltre il calcio, è un esempio. Posso aggiungere che in tanti anni ho avuto modo di conoscere molti compagni, credo di essere stato un buon compagno di squadra, dentro lo spogliatoio e in campo, mi son trovato molto bene con tutti“.
Ultimamente un tuo ex compagno, Muntari, ha parlato di ‘gruppi’, di divisioni all’interno del gruppo Inter, c’è qualcosa di vero?“Si è parlato molto di queste cose, in molti hanno parlato ‘troppo’ quando hanno lasciato la propria squadra, non solo all’Inter. Credo in ogni caso che si sia data troppa importanza a queste cose, a volte non vale la pena commentare… Noi abbiamo sempre pensato a noi stessi, al nostro gruppo, il resto conta poco. Inoltre credo sia più giusto dare importanza a chi c’è in questo momento e sta lottando per portare l’Inter dove merita, il passato conta poco“.
Hai avuto modo di lavorare con molti allenatori, con chi ti sei trovato meglio?“Con Mancini ho avuto un rapporto ottimo, mi ha dato fiducia, con lui mi son trovato molto bene. Inoltre con lui abbiamo vissuto un momento importante, di cambiamento, siamo diventati vincenti. L’Inter è diventata vincente anche per merito del Mancio, ma non posso in ogni caso dimenticare la parentesi Cuper, forse con lui c’è stato il primo importante cambiamento in casa Inter, ha cambiato il modo di lavorare, un passaggio determinante, ha sistemato molte cose, con lui è partito tutto, peccato non aver vinto con Cuper il primo scudetto. Il definitivo salto di qualità c’è stato con l’arrivo di Mourinho, ma non posso dimenticare l’importanza del lavoro svolto in precedenza da Cuper, Zaccheroni e infine Mancini“.
Cosa ci dici di Mourinho?“Sicuramente è un vincente, abbiamo passato periodi difficili anche con lui, ma certi momenti sono stati utili per costruire le vittorie che sono arrivate. Mourinho ha trovato una squadra pronta, vincente, ed è stato bravo a guidarci al meglio permettendoci di vincere tutto“.
In nerazzurro hai avuto il piacere di giocare con molti grandi calciatori, chi il più forte?“A me ha impressionato molto Zanetti, una forza della natura. E’ sempre lo stesso, in partita e in allenamento, da sempre il 110%. Per me un esempio da studiare in laboratorio, forse è un extraterrestre. Ovviamente impossibile non ricordare Ronaldo, davvero impressionante, a lui ho visto fare cose che fino a quel momento credevo fossero impossibili da realizzare, un fenomeno“.
Un compagno di squadra che non ha avuto la carriera che avrebbe meritato? “All’Inter sono passati molti giocatori, ma ricordo in modo particolare Dalmat, un vero talento, peccato non sia riuscito a dimostrarlo in un club importante, aveva doti impressionanti ma non è riuscito ad esprimersi al meglio. Ricordo anche il mio connazionale Rivas, è stato sfortunatissimo, molti infortuni che non gli hanno permesso di ritagliarsi lo spazio che avrebbe meritato. Purtroppo questa è la vita, a volte ingiusta…”.
L’Inter riparte da Stramaccioni, è la strada giusta?“Il mister si è dimostrato determinato e carico, ha riportato entusiasmo e la squadra ha risposto al meglio. Giusto ripartire da lui, avrà modo di lavorare da Luglio seguendo i suoi metodi, la squadra sono certo che risponderà positivamente. Dovrà affrontare momenti positivi e negativi, ma è una cosa normale. E’ una persona intelligente, saprà come comportarsi, avrà la fortuna di poter contare su un gruppo che lo aiuterà. C’è ancora voglia di vittorie, c’è tutto per far bene“.
A Torino si festeggia il 30° scudetto, cosa ne pensi?“A me fa sorridere vedere calciatori arrivati da poco alla Juventus che parlano di certi argomenti, che si fanno disegnare le tre stelle in testa e sul corpo, che parlano di calciopoli e non solo… Tante, troppe parole. Potrei al massimo capire giocatori che sono da anni a Torino, ma non chi è appena arrivato. Terza stella o meno a noi interessa poco, è un problema loro. Personalmente credo sarebbe stato più opportuno limitarsi a festeggiare il titolo appena vinto, conquistato meritatamente sul campo. Noi abbiamo dimostrato cosa significhi vincere ‘sportivamente’, ci godiamo i nostri successi. Anche nel derby abbiamo dimostrato di voler vincere e la nostra sportività, abbiamo voluto la vittoria a tutti i costi, senza pensare a ‘favori’ o ‘dispetti’, abbiamo giocato senza pensare a cosa succedeva su altri campi…”.
Stop alle polemiche Juventus-Inter?“Ripeto, a Torino dovrebbero pensare a festeggiare ‘questo titolo’ vinto meritatamente sul campo senza continuare a parlare del passato o dell’Inter. Dovrebbero pensare a godersi lo scudetto per loro, non certo per fare un dispetto ad altri o all’Inter. Se continuano a parlare di noi significa che noi siamo troppo importanti per loro, se è così continueremo ad esserlo e vinceremo di più…”.
Il futuro di Ivan, sempre in nerazzurro? Si è parlato di un ruolo dirigenziale:“Sicuramente il mio futuro sarà a Milano, i miei figli sono nati lì, continueremo a vivere dove sono cresciuti. Al momento penso a terminare al meglio la stagione, poi ci sarà modo di parlare con calma del futuro. Ho avuto un primo colloquio con il presidente Moratti, ma non c’è fretta. Ne parleremo con calma tra qualche tempo“.
Tu e tua moglie vi occupate molto di solidarietà, ti occuperai ovviamente anche di questo?“Con la nostra fondazione ci occupiamo di raccogliere fondi per garantire un pasto ai bimbi in Colombia, per finanziare le mense scolastiche in un paese che continua ad avere molti problemi. Ci sono bambini che vanno a scuola senza mangiare, noi ci occupiamo di garantire loro un pasto, attualmente aiutiamo oltre 150 bambini e continueremo a farlo con impegno“.
Per concludere, quale futuro per la squadra nerazzurra?“L’Inter sta attraversando un momento importante, il passaggio da giocatori importanti che hanno vinto tutto a giovani che devono inserirsi al meglio. La speranza è che lo facciano velocemente e che l’Inter torni subito vincente, che questi giovani riescano a prendere la squadra per mano aprendo un nuovo ciclo“.
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