"UN MONOLOGO CHE NON FA RIDERE - "Ecco perché, una volta di più, il monologo di Mourinho è così interessante. Se non ci si accontenta di ridacchiare di fronte al paradosso per il quale uno degli uomini considerati il simbolo dei mali del calcio (per eccessi economici e ossessione per la vittoria a qualsiasi costo) si dimostra in realtà il più lucido nell'indicare la strada per uscirne, si rischia magari di imparare qualcosa. E non solo se ci si chiama Paris Saint-Germain.
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CorSera – “C’è poco da ridere del monologo di Mourinho, è…interista. Suning lo faccia suo”
"UN ESEMPIO PER L'INTER - "Un esempio (non tanto a caso). Provate a immaginare che, davanti a quei microfoni, non ci fosse stato Mourinho ma Spalletti. E provate a sostituire l'elenco delle stagioni dello United dal 2011 a oggi con quelle disputate dall'Inter. Cosa si potrebbe dire, in termini di eredità calcistica, a proposito di quanto è successo dall'addio di Mourinho in poi?
"In attesa (e nella speranza) che i 12 minuti del monologo del tecnico del Triplete entri nei programmi della scuola allenatori di Coverciano, nelle assemblee di Lega e nelle stanze della Federcalcio, si suggerisce modestamente alla proprietà nerazzurra cinese di proiettare il video a ciclo continuo (e ovunque sia possibile), ad Appiano Gentile. In fondo, Mourinho, anche senza volerlo, pure stavolta ha detto qualcosa di interista".
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