La versione online del Corriere della Sera fa il punto della situazione sulla questione stadio, alla luce del comunicato ufficiale apparso in giornata e diramato da Inter e Milan: "Scelgono la convivenza, decidono appunto di stare insieme; se in un San Siro ammodernato e «personalizzato» per due (la soluzione più facile), in un impianto nuovo nella stessa area di San Siro (lo scenario emerso in queste ore) o in un’area diversa (Sesto San Giovanni?), si vedrà. E anche piuttosto in fretta, visto che l’idea è scegliere che strada seguire entro fine anno. Ma comunque oggi si esclude di giocare in due impianti diversi. È questo il senso del protocollo d’intesa siglato ieri dalle due società (ed emerso già ai margini dell’ultima assemblea dei soci rossonera), che sancisce la volontà «di lavorare assieme al progetto di realizzazione di uno stadio moderno e all’avanguardia». Il dialogo è ripreso — su iniziativa del presidente rossonero Paolo Scaroni — quando il Milan ha cambiato proprietà (dal cinese Li al fondo Elliott) e dunque strategie: è, questa, infatti, un’inversione a U rispetto al progetto della società precedente che voleva un impianto in esclusiva. Ma anche l’Inter ha modificato un po’ la propria posizione: se la «conditio sine qua non» per i nerazzurri è sempre stata rimanere a San Siro — che comunque resta la prima opzione —, ora Zhang prende in considerazione anche il trasloco, a braccetto col Milan".
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CorSera – Inter, Zhang non chiude al nuovo stadio ma c’è un ‘no’ al Milan. Elliott preferirebbe…
L'analisi del Corriere della Sera a proposito della questione stadio che vede protagonisti i due club di Milano
Tre le opzioni sulle quali si discute: "A parità di condizioni economiche, burocratiche e di tempi, si resterà a San Siro. Ma ora hanno tutti fretta: se si trova una soluzione più efficiente si costruirà un impianto nuovo. E qui entrano in gioco le diverse preferenze, anche quelle inconfessate. L’Inter spingerà per ristrutturare San Siro, rendendolo moderno e adeguato alle esigenze dei due club, con due entrate separate e la possibilità di «vestirlo» diversamente a seconda delle partite, ma a patto di poter sfruttare commercialmente tutta l’area attorno, per far vivere l’impianto 7 giorni su 7, facendo quindi nascere negozi e hotel. «L’alleanza» con il Milan funge anche da pressing sul Comune, perché acconsenta al progetto. Serve, per esempio, una decisione politica per decidere se sfruttare anche l’area ex Trotto di proprietà della Snai. Elliott preferirebbe un impianto nuovo per due. E, dentro al Milan, c’è una corrente che ha individuato (da tempo) l’area di Sesto San Giovanni come la privilegiata. Opzione che difficilmente troverebbe l’approvazione dell’Inter. Così è spuntata la soluzione numero 3: uno stadio da costruire ex novo, ma vicino a San Siro, che resterebbe vuoto. Difficile, ma non impossibile: il tavolo di lavoro congiunto lo sta esaminando".
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