Continuano le tante difficoltà dell'Inter in campo europeo. Se in Italia la squadra nerazzurra ha trovato continuità e alzato l'asticella delle sue prestazioni, in Champions League fatica ad imporsi anche con avversari di livello inferiore. E il Corriere dello Sport analizza così i problemi europei della Beneamata: "Sindrome europea, i sintomi sono chiari. Non c'è solo un girone quasi a specchio rispetto a un anno fa – alle minacce Real e Shakhtar se n'è aggiunta un'altra mica male... – per un'Inter travolta dalla carenza di risultati in Champions League. Qui pure la tendenza ricalca terribilmente quella del recente passato.
copertina
Corsport – Inter, è sindrome europea. I numeri dimostrano che serve la svolta
La permanenza dell'Inter nel salotto buono d'Europa è stata sempre di breve durata. Il girone e poi stop: va invertita la tendenza
Con lo spettro di un'eliminazione che aleggia anche su Simone Inzaghi. Insomma, non tira mai aria di svolta. Nemmeno con uno scudetto cucito sul petto. E l'immediata conseguenza di una prima fascia per l'Inter – al momento di apparecchiare il girone – che elimina ogni alibi. Da quando i nerazzurri hanno rimesso piede in Champions, il bilancio è praticamente impietoso nel paragone col campionato: se siamo nell'ordine di 2,1 punti a partita come media in A, da tre anni a questa parte, invece in Champions League, nelle fasi a gironi, dal 2018 più questo segmento iniziale, ha portato all'Inter soltanto 1,10 punti di media a gara.
Il terzo 0-0 consecutivo dell'Inter in Champions, compresa la scorsa stagione, è un concentrato di rimpianti. L'ennesima occasione mancata, due sere fa a Kiev: il momento della prova d'appello è lontano, ma non conviene scherzare col fuoco. Le prossime quattro partite potranno emettere il verdetto, al quarto tentativo di seguito però serve la qualificazione. La permanenza dell'Inter nel salotto buono d'Europa è stata sempre di breve durata. Il girone e poi stop, scena muta o qualcosa di simile. I 256 punti ottenuti in campionato dal 2018 a oggi hanno portato un crescendo nella media-punti, e riempito la bacheca. Mentre lo stadio di San Siro non vede una vittoria interista in Champions League dall'ottobre 2019, storia di un 2-0 al Borussia Dortmund. Era l'epoca di 1,1 punti a partita, l'inizio del declino in Europa. E anche in questa edizione, la falsa partenza non aiuta a pensare positivo. Anche con Conte, l'Inter era rimasta a secco per le prime due giornate nell'ultimo biennio.
Il girone-centrifuga, che sconvolge le gerarchie, sta seguendo la stessa falsariga di un anno fa. Tiene in corsa l'Inter, ma se la corsa va fatta sul Real Madrid i rischi aumentano. Tanto più che il passaggio finale del girone, Inzaghi lo consumerà proprio al Bernabeu. Con l'obbligo nel frattempo di sbloccarsi e l'incognita di uno Sheriff che incombe come prossimo esame europeo per l'Inter. A secco di reti in Europa da 287 minuti di seguito. Pensare che si tratta del miglior attacco della serie A: venti gol a zero nel confronto campionato-Champions acuiscono i limiti oltre-confine. L'anno scorso l'Inter chiudeva la metà delle partite nel girone senza segnare, tre su sei. Qui siamo già a due. Poi c'è l'altro lato di una numerologia europea: la squadra di Spalletti, tre anni fa, partì a razzo con due vittorie prima di accusare un crollo verticale. Altra sfumatura di un'eliminazione, scomponendo l'ordine dei risultati non cambia il prodotto", conclude il quotidiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA