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Corsport – Inter, è sindrome europea. I numeri dimostrano che serve la svolta

Marco Astori

La permanenza dell'Inter nel salotto buono d'Europa è stata sempre di breve durata. Il girone e poi stop: va invertita la tendenza

Continuano le tante difficoltà dell'Inter in campo europeo. Se in Italia la squadra nerazzurra ha trovato continuità e alzato l'asticella delle sue prestazioni, in Champions League fatica ad imporsi anche con avversari di livello inferiore. E il Corriere dello Sport analizza così i problemi europei della Beneamata: "Sindrome europea, i sintomi sono chiari. Non c'è solo un girone quasi a specchio rispetto a un anno fa – alle minacce Real e Shakhtar se n'è aggiunta un'altra mica male... – per un'Inter travolta dalla carenza di risultati in Champions League. Qui pure la tendenza ricalca terribilmente quella del recente passato.

Con lo spettro di un'eliminazione che aleggia anche su Simone Inzaghi. Insomma, non tira mai aria di svolta. Nemmeno con uno scudetto cucito sul petto. E l'immediata conseguenza di una prima fascia per l'Inter – al momento di apparecchiare il girone – che elimina ogni alibi. Da quando i nerazzurri hanno rimesso piede in Champions, il bilancio è praticamente impietoso nel paragone col campionato: se siamo nell'ordine di 2,1 punti a partita come media in A, da tre anni a questa parte, invece in Champions League, nelle fasi a gironi, dal 2018 più questo segmento iniziale, ha portato all'Inter soltanto 1,10 punti di media a gara.

Il terzo 0-0 consecutivo dell'Inter in Champions, compresa la scorsa stagione, è un concentrato di rimpianti. L'ennesima occasione mancata, due sere fa a Kiev: il momento della prova d'appello è lontano, ma non conviene scherzare col fuoco. Le prossime quattro partite potranno emettere il verdetto, al quarto tentativo di seguito però serve la qualificazione. La permanenza dell'Inter nel salotto buono d'Europa è stata sempre di breve durata. Il girone e poi stop, scena muta o qualcosa di simile. I 256 punti ottenuti in campionato dal 2018 a oggi hanno portato un crescendo nella media-punti, e riempito la bacheca. Mentre lo stadio di San Siro non vede una vittoria interista in Champions League dall'ottobre 2019, storia di un 2-0 al Borussia Dortmund. Era l'epoca di 1,1 punti a partita, l'inizio del declino in Europa. E anche in questa edizione, la falsa partenza non aiuta a pensare positivo. Anche con Conte, l'Inter era rimasta a secco per le prime due giornate nell'ultimo biennio.

Il girone-centrifuga, che sconvolge le gerarchie, sta seguendo la stessa falsariga di un anno fa. Tiene in corsa l'Inter, ma se la corsa va fatta sul Real Madrid i rischi aumentano. Tanto più che il passaggio finale del girone, Inzaghi lo consumerà proprio al Bernabeu. Con l'obbligo nel frattempo di sbloccarsi e l'incognita di uno Sheriff che incombe come prossimo esame europeo per l'Inter. A secco di reti in Europa da 287 minuti di seguito. Pensare che si tratta del miglior attacco della serie A: venti gol a zero nel confronto campionato-Champions acuiscono i limiti oltre-confine. L'anno scorso l'Inter chiudeva la metà delle partite nel girone senza segnare, tre su sei. Qui siamo già a due. Poi c'è l'altro lato di una numerologia europea: la squadra di Spalletti, tre anni fa, partì a razzo con due vittorie prima di accusare un crollo verticale. Altra sfumatura di un'eliminazione, scomponendo l'ordine dei risultati non cambia il prodotto", conclude il quotidiano.