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Che sensazioni ha in vista della finale di Istanbul? Come può vincere questa Inter?
—E' una partita secca e bisogna giocare senza essere nervosi, bisogna essere rilassati, sapendo che la pressione ce l'hanno gli altri. Dobbiamo affrontare questa partita come un'opportunità. Sarebbe una bella stagione anche in caso di sconfitta. E' come il centometrista che riesce a fare il tempo da record solo quando è sciolto. Il nostro dovere lo abbiamo già fatto.
Come conta di seguire la partita?
—Sarò a Istanbul. Ho lavorato per anni sulla Turchia, è un paese che conosco bene, non potevo non andare. Ho comprato i biglietti aerei e prenotato l'albergo all'intervallo della semifinale di andata, quando eravamo in vantaggio per 2-0 contro il Milan.
Intravede dei punti deboli nella squadra di Guardiola? Chi le fa paura di questo City?
—Haaland è un mostro. E poi c'è Gundogan, un altro fenomeno.
Farebbe giocare Dzeko o Lukaku?
—Non voglio esprimermi su questo, ho fiducia nella squadra nel suo complesso.
Chi può essere l'uomo chiave dell'Inter?
—Calhanoglu, anche perché gioca in casa.
Come giudica, in generale, la stagione interista?
—Positiva, non c'è dubbio. Abbiamo fatto anche meglio dell'anno scorso. In campionato abbiamo concluso al terzo posto, che cambia poco rispetto al secondo. Abbiamo confermato la Coppa Italia e siamo arrivati in finale di Champions, e non è una cosa da poco. Quindi, direi meglio dell'anno scorso. Nonostante questo numero di sconfitte così alto, cosa davvero strana.
Giusto rinnovare il contratto di Inzaghi?
—Lui non l'ho mai messo in discussione. Quindi, non vedo perché un allenatore che ha portato la squadra in finale di Champions non debba vedere il suo contratto rinnovato.
Cosa sarebbe disposto a fare per una vittoria nerazzurra?
—Se facessi una promessa irrealistica, significherebbe non credere nella vittoria. Servirebbe qualcosa di più realizzabile. Diciamo che ho già dato, visto che ho fatto lo sforzo di non guardare né i quarti di finale né la semifinale.
Si fanno più insistenti le voci di un interessamento del miliardario Zilliacus nei confronti dell'Inter. Con lui potrebbe tornare in auge il progetto Interspac?
—Interspac resta aperta all'attuale proprietà così come a eventuali altre proprietà. Credo che ci sia un valore aggiunto nell'avere l'azionariato popolare, sia in termini di entrate, sia in termini di minori spese, di minori interessi sul debito. Noi rimaniamo aperti a continuare e rinnovare il dialogo con l'attuale proprietà. Se poi dovesse esserci un cambio, saremmo nella stessa posizione. Non abbiamo avuto ulteriori contatti con Zhang, ma se ci fosse disponibilità, saremmo pronti a partire.
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