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Crisalide Inter, ingiusto illudere i tifosi. Per passare il turno servirà  una primizia

Male, male, male. Si chiude come peggio non potrebbe il primo atto dell’attesa sfida di Europa League contro il Wolfsburg, presentato alla vigilia come la corazzata Potëmkin, ma in realtà buona squadra organizzata, non certo una macchina da...

Lorenzo Roca

Male, male, male. Si chiude come peggio non potrebbe il primo atto dell’attesa sfida di Europa League contro il Wolfsburg, presentato alla vigilia come la corazzata Potëmkin, ma in realtà buona squadra organizzata, non certo una macchina da guerra.

Onde evitare di cadere in preda a illusioni e a bagliori primaverili, giova ricordare che quest’anno in Europa League la squadra sassone ha preso 6 gol dall’Everton in due partite (0-2 in casa e 4-1 a L’pool).

Ciò che inquieta della prestazione dell’Inter di ieri sera è l’atteggiamento unitamente alle disattenzioni che hanno caratterizzato la prestazione dei Mancini boys. Il gol trovato dopo pochi minuti, invece che mettere le ali ai nerazzurri le ha inspiegabilmente richiuse come quelle di una crisalide, fino a farsi schiacciare e fagocitare dai Maggioloni bianco-verdi.

Al tifoso nerazzurro di certo procura molto fastidio vedere che i tuoi avversari al sorteggio abbiano festeggiato come fossero al Carnevale di Rio per aver pescato l’Inter e urta proprio il sistema nervoso constatare che tutti i motivi per queste celebrazioni si siano puntualmente visti ieri sera alla Volkswagen Arena. Parole come orgoglio, spirito di sacrificio e fiera convinzione di indossare una maglia che solo alla vista dovrebbe spaventare gli avversari, non erano presenti sul prato teutonico.

Al netto delle convinzioni del tifoso, per cui l’Inter è sempre una squadra da podio in Serie A e da vertici europei, la realtà oggi probabilmente è differente. Ossia che la dimensione attuale dell’Inter sia quella di andare a farsi prendere a pallate dal Wolfsburg. Troppi e manifesti limiti individuali che a ogni partita si ripresentano.

Amnesie difensive, regali, errori marchiani in gesti tecnici semplici, incapacità di dare continuità alle prestazioni da parte di alcuni giocatori, mancanza di personalità diffusa e attitudine alla sofferenza sportiva. Vagonate di disimpegni errati. Nel tennis e in molti altri sport gli errori non provocati sono in cima alle statistiche post partita utili a comprenderne meglio l’andamento. L’Inter a ogni partita sciorina tanti, troppi e gravi errori non provocati. E gli avversari ne beneficiano senza fare sforzo alcuno.

Resta poi il mistero del vezzo che molti allenatori hanno di far giocare il secondo portiere nelle coppe, non certo di genesi manciniana, quasi a dover giustificare lo stipendio che prendono con presenze forzose in qualche competizione. Incomprensibile.

Giocando così non si può sperare di vincere l’Europa League. Si può sperare che l’urna sia più benevola di quanto non lo sia stata questa volta, ma prima o poi i reali valori emergono. Sempre. È anche spiacevole continuare a illudere i tifosi, che alla fine sono quelli le cui terga picchiano fragorosamente sul suolo dopo ogni débacle della squadra. Per questo dobbiamo essere realisti e dire che per passare il turno contro il Wolfsburg servirà la migliore Inter della stagione, quella che ancora non si è vista.