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Ci sono stati momenti difficili in carriera?
"Ce ne sono stati molti, il più difficile è quando da ragazzo sono andato in Argentina per fare provini. A volte non mangiavo o lo facevo solo una volta al giorno però ero concentrato sull'obiettivo di diventare giocatore. Dopo alcuni mesi sono tornato in Colombia ed è arrivata l'opportunità di un provino con l'Independiente Medellin e poi sono rimasto lì".
Il tuo più grande sostenitore?
"La mamma, mi seguiva dappertutto. Ho un rapporto speciale con lei, per me è la mia guerriera. Penso che sono tutto quello che sono grazie a lei".
L'insegnamento più importante che hai ricevuto chi te lo ha dato?
"Un mio amico che si chiama Juan: mi diceva che la vita non è solo calcio".
Il soprannome Vespa come nasce?
"E' nato nella Fiorentina, me lo diede Luca Toni. Tante volte arrivavo sul fondo a crossare ma in area non c'era nessuno. E lui mi diceva: 'Come faccio ad arrivare? Lui va con la Vespa, io col cammello'.
Hobby?
"Mi piace stare in famiglia, tranquillo. E anche leggere"
Pregio e difetto
"A volte mi arrabbio troppo facilmente. Pregio dico l'allegria".
Tre caratteristiche per descriverti come descriverti?
"Velocità, dribbling e tecnica".
Quanto è importante la vita dello spogliatoio?
"Molto importante, i grandi gruppi nascono se c'è un bel spogliatoio. Mi piace stare uniti come se fossimo una famiglia"
Conta di più il talento o la determinazione?
"Tutte e due sono importanti nel calcio, aggiungo anche la passione".
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