Danilo D'Ambrosio ha concesso un'intervista a Matteo Spaziante, giornalista di Libero, nella quale ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, del suo arrivo, di Zanetti, di Mazzarri e di diversi altri argomenti. Ecco cosa ha detto l'esterno interista al noto quotidiano:
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D’Ambrosio: “Ho preferito l’Inter al Milan. Il mio mito è un tripletista. Scudetto? Serve…”
Danilo D’Ambrosio ha concesso un’intervista a Matteo Spaziante, giornalista di Libero, nella quale ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, del suo arrivo, di Zanetti, di Mazzarri e di diversi altri argomenti. Ecco cosa ha detto...
- Sei stato il primo acquisto di mercato della gestione Thohir. E' un'etichetta che pesa?
Me lo dicono in tanti, ma non mi sono sentito il primo acquisto di una nuova era. L'importante era arrivare in un club blasonato e importante come l'Inter.
- Il primo acquisto di Moratti era stato Zanetti...
Spero di fare la metà di quanto ha fatto il capitano. Fare una carriera così andrebbe già oltre i miei obiettivi. Che effetto che fa sapere che smetterà? Se ne parla ma non penso che possa smettere fra venti giorni. Magari lo farà, però per come lo vedo io potrebbe giocare altri dieci anni.
- A Torino era titolare, all'Inter ha ricomincato da capo. Ma chi glielo ha fatto fare?
E' stata una scelta difficile ma volevo fare un salto di qualità in una squadra importante. Mi sono messo in discussione per vedere dove posso arrivare.
- Grazie a chi è arrivato all'Inter?
Grazie ai compagni di squadra. Ma anche grazie a Ventura, con i suoi insegnamenti ho sentito meno l'impatto con una grande squadra come l'Inter. Mi ha dato fiducia, mi ha insegnato tatticamente tante cose su cui primo ero in difficoltà. Con lui ho imparato sia a livello di tattica che sul livello della personalità, ho imparato anche a credere nelle mie potenzialità, in quello che posso fare e cercare sempre di migliorarmi.
- Come cambia il gioco da Ventura a Mazzarri?
Cambiano gli obiettivi della squadra. Al Toro ad inizio anno si chiedeva la salvezza, all'Inter gli obiettivi sono altri. Al Toro se pareggia in casa col Bologna va benissimo il punto, se l'Inter pareggia con il Bologna sembra quasi una sconfitta.
- E tatticamente come cambia?
Il gioco dell'Inter deve essere più offensivo, si punta sempre a vincere ogni partita.
- Per gli esterni il gioco di Mazzarri è faticoso. Il vero D'Ambrosio si potrà vedere dal prossimo anno?
Ci vuole tempo per entrare negli schemi del mister. E anche in passato i suoi giocatori sono usciti alla distanza e hanno fatto un grande campionato. All'inizio è normale che gli esterni possano fare un po' di fatica. Anche perché al D'Ambrosio dell'Inter non si chiedono le stesse cose del D'Ambrosio di Torino.
- Meglio a destra o a sinistra?
Per me è uguale, destra o sinistra non cambia, come non cambia difesa a tre o quattro. Contano più i concetti che il modulo.
- In cosa è migliorato in questi sei mesi?
Se vuoi emergere all'Inter serve grande personalità, servono spalle più larghe.
- Bonera ha detto: “Mazzarri è il segreto dell'Inter”. E' d'accordo?
Direi di sì, la squadra rispecchia l'allenatore. Se il mister non è mai stato esonerato ed ha fatto bene da tutte le parti sicuramente ci sarà un motivo.
- Cosa manca all'Inter per lottare per scudetto?
Bisogna programmare, l'anno prossimo ci saranno nuovi acquisti, è un periodo di transizione. I frutti arriveranno negli anni.
- E' rimasto in contatto con Immobile e Cerci. Gli darà un consiglio da amico per il mercato?
Hanno l'età giusta per decidere da soli, non voglio influenzare nessuno.
- Ha vissuto il derby a Torino, ora sta per vivere quello di Milano. Differenze?
C'è molta distanza tra Juve e Torino, mentre Inter e Milan sono più vicine. Del derby di Milano non si parla solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo, per cui è normale che si senta di più.
- Chi la preoccupa tra i rossoneri?
Ci sono tanti giocatori forti, è un'ottima squadra, ma noi siamo l'Inter e non possiamo temere nessuno, soprattutto il Milan.
- Quanto è stato vicino al Milan a gennaio?
Forse non abbastanza, visto che sono arrivato all'Inter. Ma sono io ad aver voluto più l'Inter rispetto al Milan.
- A cena con Galliani o con Cairo?
Con Thohir.
- Con chi scambierà la maglia domenica?
Credo con nessuno, al derby la mia maglia me la tengo.
- Il suo modello di gioventù?
Quando ero piccolo essendo di Napoli e giocando trequartista non poteva che essere Maradona. Poi sono cresciuto e mi hanno arretrato di posizione, quindi è diventato Maicon.
- Cosa pensa della squalifica della Curva per i cori razzisti?
San Siro senza curva è surreale. L'appoggio dei propri tifosi è una cosa in più, ci dispiace non poterli averli vicini.
Ha un fratello gemello, spera di vedere anche lui in A presto?
Si. Gli faccio un grosso in bocca al lupo perché si è operato al malleolo. Domenica scorsa ha visto la nostra partita, molti si sono preoccupati perché lo hanno visto in stampelle e pensavano fossi io.
- Nel 2005 poteva andare al Chelsea, invece scelse la Fiorentina. Ogni tanto pensa che potrebbe essere a Londra allenato da Mourinho?
Era tanto tempo fa, avevo 17 anni. Credo però di aver fatto la cosa giusta.
- Ha fatto un'iniziativa particolare su Twitter.
E' stata una cosa spontanea. Non dico tutto ciò che faccio ai giornali o sui social network. Però volevo da tempo aprire un profilo e volevo farlo in maniera differente dagli altri. Ho pensato a questa iniziativa in modo che anche la gente possa fare un gesto importante nei confronti dei bisognosi.
- Partendo dal presupposto che il Mondiale ormai è andato, l'Europeo 2016 più un sogno o un obiettivo?
Entrambi. Non lavoro giorno dopo giorno con l'ansia di dover arrivare a quell'obiettivo. Cerco sempre di pensare partita per partita. La nazionale però passa prima dall'Inter, prima di mettere in difficoltà Prandelli dovrò mettere in difficoltà Mazzarri.
- Tornando al derby, con il Torino hai già segnato al Milan. Ripetersi non sarebbe male...
Mi sto allenando bene, ma a prescindere dalla mia prestazione o da un mio gol l'importante è vincere il derby.
- Meglio un ko nel derby e il quinto posto oppure una vittoria con il sesto posto finale?
C'è una terza risposta: vincere ed arrivare quinti.
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