Henrique Dalbert, arrivato all'Inter in estate, si è raccontato durante la trasmissione Drive Inter:
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Dalbert: “Volevo lasciare il calcio, mia moglie fondamentale. Ho scelto l’Inter per…”
Il giocatore nerazzurro si è raccontato a Drive Inter
Italiano - Ho parlato spesso e imparato molte cose, è ancora un po' complicato ma un poco alla volta miglioro.Riesco a dire alcune cose, non tantissime, ma Miranda ed Eder mi hanno aiutato molto con l'italiano, con le cose con cui ho ancora dubbi. Le indicazioni del mister? Sì già capisco tutto. Capire è facile, è parlare che è difficile.
Numero 29 - Si tratta di un numero simbolico per me, fa parte della mia vita. Ho passato sia il momento peggiore della mia carriera professionalmente ed economicamente, sia quello migliore con questo numero. Praticamente da quando sono in Europa questo numero mi ha sempre accompagnato. Prima delle partite? Sì di solito prego e chiedo protezione per me e per i tifosi, e per gli avversari: questo è il mio rito. E penso sempre alla mia famiglia.
Serie A - Seguivo molto il calcio italiano perché molti giocatori brasiliani di successo sono passati di qui e hanno avuto una brillante carriera. Giocatori che sono idoli della nazionale brasiliana come Ronaldo, Adriano. Non pensavo però che fosse così complicato tatticamente. Tatticamente è complicato perché ero abituato a club dove avevo più libertà in difesa. Qui ho imparato molto tatticamente, è stato duro, ma è molto positivo per la mia carriera e per il mio futuro.
Il calcio - In questo mondo ci sono molte persone invidiose e false, non mi piace questo del calcio. Non solo qui è importante il calcio, ma anche in Brasile. I calciatori hanno una vita, una famiglia, sono esseri umani con sentimento. Non sono macchine, ma persone comuni.
Brividi a San Siro - Quando sono arrivato mi hanno sorpreso lo stadio e i tifosi, è un qualcosa che mi ha dato i brividi e mi ha colpito. Lo stadio è bello, vederlo pieno con i nostri tifosi ci motiva e spinge la squadra in maniera positiva. Ho scelto l'Inter perché volevo migliorare in fase difensiva, perché era un aspetto per cui ero molto criticato all'inizio in Europa. I giocatori brasiliani sono molto offensivi, pensando sempre ad attaccare perché il calcio è cambiato molto e devo imparare a difendere. Per questo ho scelto l'Italia.
Social - Mi piace seguire amici e famiglia, ma non la ritengo la cosa più importante. Ce ne sono di più importanti. Non amo molto le relazioni con i tifosi su Internet, perché oggi se le cose vanno bene va tutto bene, ma se si gioca male va tutto male. Per questo non amo questo genere di relazione. Di persona quando mi chiedono foto o autografi sono sempre a disposizione. Ma molti usano i social solo per attaccare.
Mia moglie - E' una storia simpatica. Io ero nelle giovanili del Barra Manda, il club della mia città, e prendevo il pullman per tornare a casa e lei usciva di casa. Ci incontravamo ma non ci parlavamo. Ci scambiavamo sguardi, ma eravamo molto timidi. Ma poi con il tempo ci siamo conosciuti. Anche suo cugino giocava nella stessa squadra. Il suo supporto è molto importante, è una persona di fiducia. Lei mi è stata vicina anche nei momenti più difficili. Quando stavo pensando di lasciare il calcio lei è la persona che insieme alla mia famiglia mi ha dato la forza per continuare. E' la persona più importante della mia vita.
Tempo libero - Mi piace stare con mia moglie. Ho anche una cagnolino, gioco mi diverto, cerco di dimenticarmi del calcio, di liberare il calcio dalla pressione per stare bene. Mi piace leggere e guardare film, mi motiva. Sto leggendo un libro di Michael Jordan, mi motiva e penso mi possa aiutare in qualche modo. Mi piace la sua storia, ha trovato motivazione nelle difficoltà e io mi rivedo in questo. Gli domanderei cosa fare per essere come lui.
Cucina italiana -L'Italia è famosa per la pasta e la pizza, sono cose buone che piacciono a tutti. A me piace mangiare e mi piace la cucina italiana. Ho un dolce preferito la crostata. Credo che a tutti gli amici che arriveranno qui parlerò della crostata. Mi piacciono i dolci e mi chiamano formica per questo, perché è un insetto attratto dai dolci e dallo zucchero. Non mi piacciono certe verdure, la zucca per esempio.
Nelle difficoltà - La nostra situazione economica era molto complicata, bisognava dare una mano per sostenere la mia carriera. E' stato complicato, ci volevano i soldi per andare agli allenamenti e ho dovuto lavorare. Ho imparato che niente è facile nella vita, bisogna lottare e sforzarsi per gli obiettivi. Ho lavorato e oggi, nonostante nessuno ci credesse, sono all'Inter e ho dimostrato che era possibile. Giocavo nel Volta Redonda e la mia famiglia non mi poteva aiutare: facevo tanti chilometri in bicicletta. Mi dovevo sforzare perché era il mio sogno.
Musica - Ascolto samba e pagode.
(Inter TV)
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