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Quali sono gli aspetti in cui l’Inter deve crescere?
—«Con il Psg i primi 15-18 minuti non li abbiamo fatti bene. Non riuscivamo a trovare le nostre giocate, poi una volta ritrovate le distanze siamo evidentemente cresciuti in tutte e due le fasi. Partite come queste ci fanno bene».
Qual è la differenza più grande, con l’Inter della scorsa stagione?
—«Io parlo di similitudini, invece, non di differenze. La base è la stessa. Abbiamo fatto molto bene negli ultimi 2-3 mesi, da lì dobbiamo ripartire. Dobbiamo sfruttare quell’onda, continuare su quel trend. Poi è chiaro che, guardando la rosa, sono andati via giocatori molto importanti e non è facile rimpiazzarli. Ma chi è arrivato ha la giusta predisposizione e si è notato anche in campo: Frattesi, Cuadrado, lo stesso Thuram, cito anche Bisseck, tutti hanno già fatto vedere qualcosa».
Frattesi in maniera particolare, sembra all’Inter da anni.
—«Fratte (testuale, ndr ) lo conosciamo tutti, non si scopre adesso. Ma anche gli altri daranno molto. Per essere qui, vuol dire che tutti hanno grandi qualità. La base di partenza è ottima».
La seconda stella non rischia di diventare un’ossessione? Tutti ne parlate apertamente...
—«Ma io dico una cosa: quando sei all’Inter devi puntare sempre al massimo. Anche quest’anno lo faremo. Non vogliamo tralasciare alcun obiettivo, neppure la Champions. Arriviamo da anni in cui abbiamo sempre alzato trofei: il traguardo dev’essere vincerne altri».
Frattesi, ora probabilmente anche Scamacca. E poi la difesa per intero. A centrocampo Barella e Dimarco. L’Inter va in controtendenza, ha l’anima italiana. Perché secondo lei?
—«L’Inter degli ultimi anni ha sempre avuto una base importante di giocatori italiani dentro il gruppo. Non so se ne arriveranno altri. Ma credo che l’idea della società sia chiara: siamo noi a dover spiegare l’Inter ai nuovi, dovremo essere bravi a inserirli nel nostro mondo, questo è il valore aggiunto di essere italiani».
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