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A volte quello che sembra scontato non lo è affatto. Perché spesso una scelta richiede coraggio e non è da tutti averne. Frank de Boer è stato sulla graticola, specie ieri quando il risultato non sorrideva all’Inter, sotto di una rete a Pescara e con poche idee nella testa.
Joao Mario, che pure ha fatto bene, non è servito a cambiare il volto della squadra. Ma questo si sapeva, solo qualche sprovveduto si era illuso del contrario. Per il resto i nerazzurri hanno mostrato ancora una volta gli stessi errori già visti contro Chievo e Palermo, le stesse disattenzioni in fase difensiva e le stesse lacune sulle corsie laterali.
Qualcosa in più si è visto sotto il piano dell’atteggiamento. Gli uomini di de Boer non si sono arresi nonostante la rete di Bahebeck avrebbe potuto tagliare le gambe. L’Inter, seppur in modo disordinato, ha provato a rimediare con la forza della disperazione. Un atteggiamento dettato dall’allenatore, che a pochi minuti dalla fine non ha temuto l’imbarcata. De Boer ha dato fiducia ai suoi e loro lo hanno ripagato. L’ex Ajax spedisce in campo Jovetic, Eder e Palacio, sul rettangolo rimangono ad accoglierli anche Banega, Joao Mario e Icardi. L’Inter prova il tutto per tutto, i cambi parlano chiaro e sembrano dire “andiamo a vincerla”.
Un segnale che gli uomini in campo hanno saputo cogliere nel migliore dei modi, segno che lo spogliatoio è integro e che si remi tutti dalla stessa parte. La squadra è rimasta compatta nonostante la trazione anteriore ed il tronco non ha mostrato fratture. Medel il collante perfetto che ha permesso ai reparti di rimanere uniti, ma anche la volontà di chi è entrato in campo quando la frittata sembrava ormai pronto per essere servita. Tutti hanno contribuito e de Boer può essere soddisfatto di questo. Il gioco arriverà in seguito al lavoro impostato ad Appiano, ma nel frattempo va premiato il coraggio del tecnico olandese.
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