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De Vrij: “Il 3-5-2 di Conte è Mondrian, Inzaghi è Van Gogh. La mia famiglia all’Inter…”
Stefan De Vrij si racconta. Il difensore dell'Inter ha rilasciato un'intervista a DAZN nel format 'Culture', in cui ha svelato alcune cose su di lui dentro e fuori dal campo.
De Vrij e la passione per la musica. Il difensore olandese si diletta nel suonare il pianoforte e svela:
"Ho iniziato durante il Lockdown perché la musica del pianoforte mi piace da tanto tempo, e mi è venuta quest'idea visto che avevamo più tempo. Ho imparato tutto da solo".
"Da piccolo sono cresciuto con la musica rock: andavamo in vacanza in macchina i miei mettevano i CD dei Dire Straits, dei Pearl Jam e dei Nirvana. Poi mio fratello più grande mi ha consigliato la musica classica. Io gli dissi: 'Ma non cantano?'. E lui mi rispose: 'No no, ma ti piacerà'. Mi ha proprio colpito e così è nata la passione per il pianoforte".
L'Olanda e la bicicletta, un binomio confermato anche dal difensore dell'Inter:
"Io facevo tutto in bici. Sono cresciuto in un paesino molto piccolo, con 5 mila abitanti e andiamo tutti in bici. Per andare a scuola facevo 20 minuti di bici e poi pullman e metro. Quando ho esordito al Feyenoord avevo 17 anni. Ero già titolare, allo stadio capitava di andare in bici, in metro o in pullman con i tifosi che mi dicevano: 'Ma non devi andare allo stadio a giocare?'".
De Vrij alle prese con l'Impressionismo olandese: da un lato Mondrian, dall'altro Van Gogh.
"Il 3-5-2 di Antonio Conte lo paragono a un quadro di Mondrian, simmetrico, quello di Simone Inzaghi a uno di Van Gogh, più fantasioso: è questo che cambia tra loro. Sono due allenatori che hanno avuto ragione perché hanno vinto. Inzaghi ha fatto benissimo alla Lazio ed è cresciuto tantissimo. Conte ovunque è andato ha sempre vinto e lavorando con lui si capisce il perché. Siamo riusciti a vincere lo Scudetto dopo tanto tempo. Stiamo giocando da tanto insieme, e si vede. Quando Inzaghi ha iniziato la stagione c'era già la base. Sta facendo un grande lavoro".
Sul ruolo di centrale nella difesa a tre?
"Più facile giocare a tre? No, perché sembra che sei più coperto ma serve più comunicazione perché c'è a linea e devi rompere la linea con i difensori. Le uscite? Non le chiamo solo io ma anche Bastoni e Skriniar".
Sul gruppo in nerazzurro:
"La mia famiglia nell'Inter? Dumfries, è olandese. Ride tantissimo. Quando va in campo è un guerriero. È simpaticissimo e un bravissimo ragazzo. Siamo sempre io, lui, Calhanoglu e Radu. Un "Re" nell'Inter? Il mister o il capitano Handanovic".
L'olandese riavvolge il nastro e ricorda una sfida tra Italia e Olanda, legata allo stadio del Feyenoord:
"Il De Kuip? Si chiama così perché ha la forma di una vasca. Voi italiani conoscete bene quello stadio mi sa, perché lì si giocava la finale degli Europei del 2000. In semifinale ci avete buttato fuori ai rigori, con Toldo. Mi ricordo bene quella partita. Ero a casa, avevamo già sbagliato due rigori e non riuscivo a guardare. Quindi sono andato fuori a giocare a pallone, avevo 8 anni".
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