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Poi c'è Calhanoglu: "Appena passato all’Inter ha dovuto bere l’amaro calice dello scudetto ai cugini, ma Calha ha risposto con il lavoro e i fatti. La sua crescita è stata esponenziale, prima da mezz’ala al fianco di Brozovic e poi da regista a 5 stelle. Ora cerca la vendetta perfetta, anche per superare il record di reti in un campionato. Dopo la vittoria di Udine, Hakan aveva fatto il pompiere, ma il vulcano è in eruzione".
"L’ultrà Dimarco è un caso a parte. Appena nato infatti è caduto nel pentolone dell’interismo. Un ultrà prestato al calcio che vive ogni attimo della partita (anche dalla panchina) col cuore in gola. Una bella storia di appartenenza e resilienza, perché “Dimash” ha fatto una lunga gavetta e, ironia della sorte, una volta tornato alla base nella stagione dello scudetto con Conte, che però lo vedeva poco, era rimasto ai margini fino al prestito in gennaio al Verona. L’unico tricolore resta quello del 2015, con la Primavera. Questo avrebbe un sapore leggermente diverso...".
(Gazzetta dello Sport)
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