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Derby, Milan obbligato a vincere. Quanta malafede su Inzaghi: basterebbe dire che…

Alfio Musmarra

L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: si inizia a respirare aria di derby. E arrivano gli articoli anti Inzaghi, ormai senza appigli

Difficile preparare al meglio un derby così importante con la sosta per le nazionali. Ma non sarà la prima e l’ultima volta.

Detto che siamo talmente all’inizio che non sarà certo il risultato di questa partita a definire la corsa scudetto, la stracittadina milanese avrà dei risvolti molto più mediatici che altro. Perché entrambe le milanesi sono partite bene ma soprattutto i rossoneri, dopo un mercato economicamente rilevante, sono chiamati ad invertire il trend dell’ultimo periodo che li ha visti soccombere in tutti gli scontri diretti in maniera netta.

È chiaro che la voglia di rivalsa sarà enorme. Così come altrettanto enorme sarà la voglia degli interisti di confermare l’andamento della scorsa stagione, al netto di un mercato che a mio avviso ha migliorato la squadra nella sua completezza e profondità di rosa, ma che le ha fatto fare qualche passo indietro nell’undici di base.

Una cosa mi lascia perplesso: continuare a leggere e ascoltare commenti trionfalistici sul gioco espresso da mister Pioli, e ridurre Inzaghi ad un mero contropiedista. Ecco, al di là di simpatie ed antipatie, basterebbe semplicemente essere obiettivi. Entrambi i tecnici, a differenza di molti altri anche illustri e pluridecorati, adottano modelli di gioco moderno, marcatamente offensivo. Sento tanto parlare dei movimenti dei famosi ‘braccetti’ difensivi di Pioli, ma solo chi è in malafede o non ha visto mezza partita di Inzaghi, può non vedere che anche quelli di Inzaghi partecipano attivamente alla fase offensiva. Andando spesso in attacco o inserendosi centralmente. Perché invece trattare due casi analoghi sottolineando i meriti dell’uno per delegittimare l’altro? Forse per questione di colori?


Che poi non sta neanche in piedi un ragionamento di rispetto dell’idea. Concetto filosofico d’alto profilo non vi è dubbio, che però va a sgretolarsi quando si vanno ad analizzare nello specifico con le immagini. Sarebbe semplicemente più corretto evidenziare i meriti di due bravi allenatori che sanno far esprimere alle proprie squadre delle idee di gioco apprezzabili e costruttive. Basterebbe questo. Invece no, perché si parte da un presupposto errato che viene ripetuto ad ogni piè sospinto, al punto che l’idea non è più tale. Ma un evidente preconcetto.


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