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Inter, Dimarco si prende la fascia sinistra. Erede di Perisic? Ora l’esame più difficile

Inter, Dimarco si prende la fascia sinistra. Erede di Perisic? Ora l’esame più difficile - immagine 1
Federico Dimarco vuole lasciare il segno anche con l'Inter. L'esterno è carico e vuole una maglia da titolare

Andrea Della Sala

Dopo le ottime prestazioni con l'Italia, l'ultima condita dal gol contro l'Inghilterra, Federico Dimarco vuole lasciare il segno anche con l'Inter. L'esterno è carico e vuole una maglia da titolare questa sera contro la Roma.

"Era scritto nelle stelle che San Siro sarebbe diventata la sua casa. Quel bambino che a tre anni già andava in Curva Nord con la famiglia a tifare, sotto la Curva Sud ha segnato poi anni dopo il suo primo centro in Serie A, ma con la maglia “sbagliata”: settembre 2018, Inter-Parma finisce 0-1 e la firma è quella del ragazzino cresciuto nel vivaio nerazzurro, con un missile telecomandato all’incrocio dei pali. Gioia mista e a imbarazzo, perché la felicità del momento si mescolava al “torto” fatto alla sua gente. Quattro anni dopo, su quello stesso campo, Federico ha fatto l’ultimo grande salto di questa sua impressionante crescita: titolare in Nations League contro l’Inghilterra, nella gara della definitiva consacrazione a livello internazionale, seguita poi dal gol del 2-0 in Ungheria, che ha certificato il pass dell’Italia alle Final Four della manifestazione", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Per Inzaghi, Federico è un jolly prezioso: braccetto di difesa o esterno a tutta fascia, non c’è partita in cui Dimarco non trovi il campo, da titolare o subentrante. Merito della dinamicità, della facilità di corsa e di calcio verso la porta, ma anche dell’impatto che sa garantire entrando sempre bene a gara in corso. Dopo anni di gavetta, Federico ora è pronto a raccogliere definitivamente l’eredità di Perisic sulla fascia mancina (dove Gosens ancora non si accende) e le due recenti e brillanti prestazioni con la Nazionale hanno dimostrato che è lì che riesce a fare la differenza. La fiducia non gli manca, la qualità neppure. Ora arriva l’esame più difficile, quello della continuità", aggiunge Gazzetta.

 

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