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Federico Dimarco è stato intervistato da Rivista Undici prima dell'eliminazione della Juventus in Coppa Italia. L'intervista è uscita in edicola proprio in questi giorni e ripercorre, insieme al giocatore nerazzurro, le partite che lo hanno segnato in questa stagione. Le partite che lo hanno fatto crescere. A partire dalle due giocate con la Nazionale a settembre: "Mi hanno cambiato, e ci aggiungo anche quella contro il Barcellona nello stesso periodo. Sono state partite che mi hanno reso un giocatore completamente diverso. Quando giochi sempre, fai partite importanti, acquisisci fiducia e consapevolezza nei tuoi mezzi. Per me è stata una svolta, a livello mentale, a livello di prestazioni. Per arrivare a certi livelli devi farne tante di quelle partite. Quando le giochi ti rendi conto di dove sei".
Dimarco è un calciatore moderno, in grado di assumere varie forme su un campo di calcio: "Non mi sento un giocatore unico, ma lavoro per esserlo. Però i giocatori del mio ruolo sono diversi rispetto al mio modo di giocare. Ho delle qualità che la maggior parte non ha, e viceversa. Il mio ruolo è cambiato molto negli ultimi tempi. Prima i terzini erano visti come giocatori che si occupavano prevalentemente della fase difensiva, poi, soprattutto con il primo Guardiola a Barcellona, si sono diffusi i terzini di spinta, che accompagnano l'azione, oppure vengono a giocare dentro al campo. O magari vedi braccetti di una difesa a tre che giocano da mezzali... il modo di giocare è cambiato completamente. Interscambiabile. A me piace molto. Ti capita di non ritrovarti nel tuo ruolo, di essere in parti del campo che non ti aspetti. Per esempio, quest'anno ho segnato contro il Bologna mentre mi trovavo sulla fascia destra".
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