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Il tecnico nerazzurro ha già dimostrato di voler cambiare filosofia rispetto al passato, preferendo rotazioni più ampie e non affidandosi esclusivamente a un gruppo ristretto di titolarissimi. Tuttavia, Dimarco, Thuram e Mkhitaryan sono rimasti gli "irrinunciabili", i tre giocatori di movimento più utilizzati della rosa in Serie A. Dimarco ha accumulato 417 minuti, seguito da Thuram con 409 e Mkhitaryan con 365.
Dimarco ha mostrato una costante crescita di rendimento e leadership, risultando uno dei trascinatori in campo, come si è visto nel derby. Tuttavia, anche lui ha evidenziato un calo fisico nel secondo tempo della sfida contro il Milan, segno che la fatica si sta facendo sentire. Per lui potrebbe presto arrivare un turno di riposo, magari prima della sosta.
Diverso è il discorso per Mkhitaryan, che ha iniziato la stagione con il "fiatone". L’armeno, fondamentale per gli equilibri tattici della squadra, non è ancora al meglio della forma. La panchina contro il Manchester City non è bastata per farlo rifiatare, e nel derby è stato sostituito a metà secondo tempo. Inzaghi, che raramente rinuncia al suo talento, ha dovuto richiamarlo in panchina già in tre occasioni, un segnale di affaticamento rispetto alla scorsa stagione, quando Mkhitaryan raramente veniva sostituito. Per rivedere il miglior Mkhitaryan, sarà fondamentale gestire con attenzione il suo impiego, partendo probabilmente con una panchina a Udine e una gestione più oculata anche nelle sfide contro Stella Rossa e Torino.
Anche Marcus Thuram, finora titolare fisso in tutte le competizioni, ha mostrato segni di affaticamento. L’attaccante devastante visto nelle prime uscite, come contro Genoa e Atalanta, sembra meno incisivo nelle ultime gare. Improbabile che Inzaghi lo "spremi" ulteriormente nelle prossime sfide ravvicinate, come avvenuto tra Monza, Manchester City e Milan.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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