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Dirigenza, tecnico, bilanci: Inter, la rivoluzione Suning è completa. L’obiettivo ora…

Fabio Alampi

La propietà cinese è sempre più dentro il mondo nerazzurro

Il gruppo Suning sembra finalmente essersi impossessato dell'Inter: il gruppo cinese ha progressviamente rivoluzionato il club nerazzurro, dalla struttura societaria alla sistemazione dei bilanci, e ha in mente ancora grandi progetti per il futuro. Il Corriere dello Sport analizza tutte le trasformazioni messe a punto dalla famiglia Zhang.

TRASFORMAZIONE ECONOMICA - "Con Zhang alla guida l'Inter non è stata semplicemente trasformata, ma stravolta. Fondamentale è stato completare l'opera di risanamento economico concordata da Thohir con l'Uefa nel 2015. Il club adesso è fuori dal settlement agreement grazie a un percorso virtuoso favorito dall'aumento del fatturato che nel 2016 era di 179 milioni e che da allora è in costante crescita: 262 milioni del 2017, 281 milioni nel 2018, intorno a 360 milioni nel 2019 grazie ai soldi della Champions e alla conferma dei circa 100 milioni di sponsor "trovati" in Cina. Il tutto al netto delle plusvalenze. Adesso l'Inter è un'azienda sana e capace (quasi) di auto sostenersi. Tutto l'opposto di quello che succedeva fino a tre anni fa quando Suning ha investito tra acquisto delle azioni e prestiti al club più di mezzo miliardo di euro, oltre a rifinanziare il debito attraverso un bond che a fine 2017 ha avuto un notevole successo sui mercati".

TRASFORMAZIONE DIRIGENZIALE - "Il giovane presidente nato a Nanchino ha poi rivoluzionato la dirigenza con la promozione di Alessandro Antonello, ora amministratore delegato per l'area economico-finanziaria, e il "colpo" Beppe Marotta, messo sotto contratto con il ruolo di ad dell'area sportiva non appena ha risolto il suo contratto con la Juventus. Ai due ad si sono aggiunti una serie di manager dall'indubbia professionalità oltre ad Antonio Conte, fiore all'occhiello della nuova Inter. Dopo che Spalletti ha riportato la società in Champions, l'allenatore di Lecce dovrà consentirle di sollevare dei trofei. L'ex ct è stato fortemente voluto da Zhang e se il rapporto esistente tra Antonio e Marotta è stato importante, decisiva è stata la spinta del presidente che ha convinto il padre della bontà dell'investimento".

PROGETTI FUTURI - "Zhang ha regalato al club una sede tecnologica nel fulcro urbanistico e di business più vivo della città, ha programmato una restyling completo della Pinetina con la costruzione di una nuova palazzina con 40 camere singole e altri ambienti per la squadra e gli ospiti, ma ha messo in preventivo anche l'investimento per acquistare un'area dove costruire un nuovo centro sportivo per il settore giovanile e naturalmente la costruzione del nuovo San Siro insieme al Milan. Grande attenzione è stata data anche alla squadra femminile, tornata in Serie A. E poi i tifosi che per Zhang sono il cuore dell'Inter: li fa sentire importanti e loro rispondono presenti (61.400 di media nelle partite dello scorso campionato) avvertendo la passione del loro presidente e ricordando le sue lacrime di gioia all'Olimpico nel maggio 2018 dopo la qualificazione alla Champions".

FIGURE VINCENTI - "Non pensate che gli acquisti di Marotta, Conte e dei suoi collaboratori nascondano la volontà di "juventinizzare" l'Inter. Zhang junior è rispettoso della tradizione dell'Inter e dei suoi valori, quelli che Massimo Moratti gli ha trasmesso in tante chiacchierate e che lui stesso ha memorizzato fin dai primi suoi mesi a Milano, ma vuole vincere e ha individuato nell'ad nato a Varese e nel tecnico salentino le migliori professionalità presenti sul mercato. Ecco perché ha fatto di tutto per anticipare la concorrenza e per portarli a lavorare nella sua società. Indipendentemente dal loro passato a strisce bianconere. Se la mossa si rivelerà giusta lo dirà il tempo, ma le prime indicazioni sono senza dubbio positive perché, se da un lato Marotta sta dando una nuova organizzazione a tutto il club grazie all'esperienza maturata nel suo trionfale periodo alla Juve, dall'altro Conte sta aggiungendo la sua ossessione per la vittoria a un ambiente già di per sé desideroso di tornare ai fasti del passato dopo stagioni ricche solo di delusioni. Antonio non ha ancora iniziato a lavorare sul campo, dove è famoso per "torchiare" i giocatore e far memorizzare loro ogni singolo movimento, ma in sede è già di casa: cura nei dettagli il precampionato e soprattutto influenza il mercato con telefonate ai calciatori in rosa (fin dall'inizio ha voluto tutti i cellulari dei giocatori e qualche chiamata l'ha già fatta) e ai nuovi acquisti, per spingerli a scegliere l'Inter. Un "martello" a 360 gradi che picchia su un unico tasto: quello della vittoria".

DNA NERAZZURRO - "A fianco di Marotta e Conte però c'è la tradizione interista, un elemento che non poteva mancare e che è caro anche alla Curva Nord. Il ds Ausilio, che a breve rinnoverà il suo contratto come il suo braccio destro Dario Baccin e il direttore del vivaio Roberto Samaden (14 scudetti più altri 10 trofei dal 2010 a oggi), all'Inter ha iniziato da segretario della "cantera" e ha fatto tutta la scalata fino a ricoprire anche il ruolo di responsabile dell'area tecnica della prima squadra. Come uomo di fiducia del dt Branca c'era nella stagione del Triplete e c'è stato tutte le annate successive, anche se si sono alternate tre proprietà. In società non manca la bandiera Javier Zanetti, anche mercoledì in sede al pranzo con tutti i top manager: l'argentino, vero simbolo dell'essere interista, ricopre il ruolo di vice presidente ed è l'ambasciatore del club nel mondo, un idolo ancora amatissimo dai tifosi. A una bandiera, però, da qualche settimana se n'è aggiunta un'altra: Gabriele Oriali. Lele sarà il "capo" alla Pinetina, il dirigente che fungerà da raccordo tra la società e la squadra. Marotta lo avrebbe messo sotto contratto indipendentemente da chi fosse stato l'allenatore, ma con Conte in panchina la scelta è stata (se possibile) ancora più… automatica visto il rapporto creato tra i due in Nazionale. In più c'è Alessandro Antonello, l'uomo dei conti che deve tenere distinti (mica facile in certe occasioni…) il cuore del tifoso (è interista dalla nascita) e la razionalità del professionista. E' lui che adesso sta seguendo in prima persona la vicenda del nuovo San Siro, la nuova casa che il club proiettato nel domani dividerà con il Milan".