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Getty Images
Continuità e carattere. È quello che è mancato all'Inter in alcune gare, soprattutto quando l'avversario sulla carta è inferiore. Se con le grandi le motivazioni si trovano da sole, è con le cosiddette piccole che spesso è mancato il giusto approccio proprio per una questione di motivazioni. Si potrebbe spiegare così la rabbia di Lautaro Martinez sfogata ai microfoni al termine della gara col Bologna. "Sono qui per chiedere scusa a tutti i tifosi che ci supportano sempre e sono tanti. Abbiamo giocato malissimo, queste prestazioni non servono a niente, sono deluso da tutti". Parole da leader quelle del Toro, il suo è un richiamo a un senso di responsabilità collettivo.
"Il Toro, capitano già battezzato per la prossima stagione, per la società sarebbe pronto a farlo fin da subito, anche per il modo in cui non si morde la lingua e mette la faccia nelle giornate più nere. E questa di Bologna è davvero scura come la notte", sottolinea la Gazzetta dello Sport. "Il numero di volte in cui l’argentino ha ripetuto la frase «così non andiamo da nessuna parte...» è forse l’indice del livello di arrabbiatura, esternato pubblicamente e ribadito nel chiuso dello spogliatoio: «Sia chiaro che quello che sto dicendo qui l’ho già detto ai miei compagni. Io sono una sola persona...», ha puntualizzato un po’ piccato".
"Tra l’altro, per un breve tratto, ieri Martinez ha avuto la fascia al braccio, nonostante in campo ci fosse D’Ambrosio, più alto in grado per anzianità. Quando è uscito dal campo, capitan Brozovic l’ha lasciata istintivamente al difensore 34enne che, però, l’ha subito passata al compagno in attacco e non solo perché non era indicato nella distinta. Sarà più giovane di 9 anni, ma ha la leadership giusta anche per i compagni. È come se fosse l’avversario stesso a “fare” di volta in volta l’Inter, visti i cali che si ripetono nelle gare meno importanti, quando i riflettori attorno diminuiscono. Non è un tratto da grande squadra e di questo si discuterà ampiamente ad Appiano domani".
(Gazzetta dello Sport)
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