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Continuità o turnover totale? Inter, i dubbi di Inzaghi in vista del Bayern Monaco

Fabio Alampi

I nerazzurri affrontano martedì la formazione bavarese in una sfida che non ha più nulla da dire per quanto riguarda la classifica del girone

Il periodo difficile sembra essere definitivamente alle spalle: l'Inter ha conquistato 6 vittorie e un pareggio nelle ultime 7 partite fra campionato e Champions League, rimettendosi in carreggiata in Serie A e conquistando la qualificazione agli ottavi di finale in Europa con un turno di anticipo. Merito delle scelte di Inzaghi, dalla fine dell'alternanza in porta che ha ridato certezze e continuità alla difesa passando per l'intuizione di mettere Calhanoglu al posto dell'infortunato Brozovic, oltre che di una condizione fisica generale in netto e costante miglioramento. A questo punto mancano solo 4 gare prima della sosta per il Mondiale: si comincia martedì, con la trasferta sul campo del Bayern Monaco.

Continuità o turnover?

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Una sfida, quella contro la formazione di Nagelsmann, tanto affascinante quanto prestigiosa, ma totalmente inutile dal punto di vista della classifica: sia Inter che Bayern Monaco sono già qualificate per gli ottavi di finale di Champions League, con i bavaresi matematicamente primi davanti ai nerazzurri. Considerando anche la partita contro la Juventus di domenica sera la domanda sorge spontanea: non converrebbe dar spazio a tutte le seconde linee in Germania?

Proporre una formazione sperimentale permetterebbe di dare minuti nelle gambe a chi fin qui ha giocato di meno, e servirebbe a chi è appena rientrato dagli infortuni, su tutti Lukaku, facendo riposare i titolarissimi in vista di una sfida fondamentale in ottica campionato. Al tempo stesso interpretare la partita di Monaco come un'amichevole senza valore potrebbe esporre il gruppo a una figuraccia che avrebbe effetti negativi sul morale. Per questo motivo Inzaghi sembra intenzionato a utilizzare un turnover "ragionato": Lukaku e Correa dovrebbero partire dal primo minuto, così come Gosens, che spera di ritrovare nella sua Germania il sorriso perso panchina dopo panchina.