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È il giorno in cui essere interisti è un onore. C’è ancora speranza per la Champions

È il momento di rialzare la testa perché la partita di ieri ci ha lasciato in dote molte cose da cui ripartire

Gianni Pampinella

Sono passate alcune ore dal fischio finale di Inter-Juve, ma la cocente delusione per come è arrivata la sconfitta, è ancora viva e fa male. Fin dai primi minuti Orsato ha messo in chiaro subito una cosa: stasera l'Inter dovrà sputare sangue se vorrà portare a casa il risultato. Così è stato, pronti via e subito espulsione per Vecino. La cosa più assurda è che la decisione giusta il signor Orsato l'aveva presa in diretta, poi col Var ha combinato la frittata, la prima di una lunga serata storta. Per l'Inter si fa dura, sotto di un gol e di un uomo, però la squadra di Spalletti ha due enormi 'huevas' come dicono in Spagna, e riesce a ribaltare meritatamente la partita contro una Juve stanca e nervosa che solo Orsato mantiene in vita mostrando una certa sensibilità tanto cara a Buffon e agli juventini. Non bisogna tralasciare la gestione dei cartellini, con lo stesso metro di giudizio (utopia quando si gioca contro la Juve in campionato, in Europa è tutta un'altra musica), Barzagli e Pjanic andavano espulsi. Ma cosa rimane di una serata che ha lasciato l'amaro in bocca ai tifosi nerazzurri? Tante cose. La prima è che adesso l'Inter è una squadra: dopo un avvio incredibile, ecco il solito black out con due mesi da incubo, dejà-vù degli anni scorsi, con la differenza che Spalletti è riuscito a costruire una vera squadra, a toccare le corse giuste e far ripartire i giocatori. La seconda è che Santon, dopo l'errore contro l'Udinese dello scorso 16 dicembre, non si è più ripreso: impacciato, impaurito, goffo. Dispiace per Davide, ma la sua avventura in nerazzurro sembra ormai giunta al capolinea.

La terza è che Icardi non deve mai lasciare il campo: ieri il capitano nerazzurro ha probabilmente giocato la sua migliore partita da quando veste la maglia dell'Inter: corsa, qualità, quantità, si è sbattuto e ha corso per 4, una gara da Capitano insomma. La sua uscita dal campo ha creato confusione nella squadra e l'ingresso di Santon non ha di certo aiutato. Per ultimo rimane la cosa più importante: questa squadra va sostenuta, nonostante tutto. Perché la sceneggiata messa in piedi ieri da Orsato non può cancellare la prima stagione che, tra alti e bassi, dopo 7 stagioni sembra davvero quella in cui a marzo non bisogna pensare a rifondare e buttare tutto all'aria, ma ci sono i presupposti per costruire qualcosa di importante. Mancano ancora tre partite, l'obiettivo Champions sembra quasi irraggiungibile, ma ancora tutto può succedere. La partita di ieri deve dare speranze ai tifosi, ai giocatori e all'allenatore, ancora nulla è perduto. C'è una base forte da cui ripartire, c'è un allenatore da cui ripartire. "Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore", diceva chi probabilmente incarna l'interismo, dopo la partita di ieri deve essere un onore tifare Inter.

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