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Inter che ti succede? Perchè ogni settimana decidi di lasciarci senza parole, affranti dopo 90 minuti di nulla, per cercare di compatirti e capire cosa in te non va? Ormai San Siro è diventato terra di conquista per chiunque: Bologna, Novara, Palermo. Tutti vengono e impongono il loro gioco a scapito del nostro. Anche ieri sera col Bologna è stato cosi, con i nerazzurri inermi di fronte a una squadra ordinata che ha saputo sfruttare al meglio le occasioni che gli sono capitate.
ANTE-POST. Eppure l'inizio non era stato male. Venti minuti di buon gioco e di ritmo con addirittura due palle gol sfiorate da Maicon, con due colpi di testa finiti uno addosso a Gillet e uno a pochi centimetri dal palo. Anche in questo caso la fortuna non è stata clemente. Magari se quei palloni fossero capitati a un Pazzini qualsiasi, avremmo avuto miglior sorte. Invece pochi minuti dopo, sul ribaltamento di fronte, Lucio si fa bruciare sul tempo con un mini pallonetto da Ramirez, bravo a girare la palla al limite dell'area per Perez che serve Di Vaio il quale di sinistro brucia sul tempo Julio Cesar e segna il gol dell'uno a zero. Riguardando l'azione al replay non si capisce come mai tutta la difesa e il centrocampo (ben 7 uomini) siano concentrati sulla zona sinistra dell'area di rigore, lasciando il povero Nagatomo solo su Di Vaio. Dato che le disgrazie poi non vengono mai da sole, un minuto dopo un lungo lancio dalla difesa coglie impreparato Ranocchia che non vedendo l'uomo alle sue spalle, tenta un improbabile stop di petto che altro non fa che fornire un assist a Di Vaio che può registrare la seconda marcatura dopo otto anni a San Siro. Di qui in poi la reazione è pari a zero. Ci si aspetta ben altro nella ripresa da una squadra che vuole ribaltare il risultato. Invece si assiste a una girandola di cambi e tatticismi, che rendono nevrotici anche gli stessi giocatori in campo. Squadra spaccata in due tronconi con da una parte difesa e centrocampo, dall'altra l'attacco. Manca il vero uomo di raccordo tra i reparti. Ed è cosi che arriva anche il terzo gol del Bologna a chiudere la gara, con Acquafresca che passa in mezzo ai difensori nerazzurri come lama nel burro e batte ancora una volta Julio Cesar. L'immagine dopo il gol è emblematica, il portiere nerazzurro sul palo che comincia a piangere, capendo che ormai c'è ben poco da fare.
RANOCCHIA. Lui può essere il capro espiatorio per una difesa che fa acqua da tutte le parti. Il suo è un errore lampante, ma la colpa è da condividere anche con Julio Cesar. Solitamente è il portiere a chiamare l'uomo dietro il difensore, mentre in questo caso non accade. Ed e' cosi che Ranocchia, pensando di essere solo, la tocca con il petto all'indietro e si fa bruciare sul tempo dal trentottenne Di Vaio che realizza la sua doppietta. Ma non è solo lui il problema, nonostante appaia sempre moscio in ogni contrasto e privo di grinta. Se c'è qualcuno che continua a paragonarlo a Materazzi per il numero di maglia, si sbaglia di grosso. Matrix la grinta l'aveva e come. Maicon si trova due palloni di testa e non riesce a scaraventarli in rete, ma oltre quello fa poco e nulla. Lucio tenta l'anticipo più volte ma puntualmente lo sbaglia, mentre Nagatomo è l'unico a dannarsi sulla fascia ma i palloni giocabili che riceve sono pari a zero. Solo una volta decide di tentare l'azione personale e fornisce un comodo pallone a Forlan che scaraventa verso Gillet alla velocità di uno all'ora.
SNEIJDER. Non giriamo intorno al problema, da quando è rientrato lui sono risorti i vecchi problemi dell'Inter. E' giusto allora voler puntare su un giocatore che a Giugno, molto probabilmente, saluterà Milano per accasarsi in altri lidi? Giusto si per non svalutarlo, ma se si vuole salvare il salvabile bisogna meditarci molto attentamente. Ranieri ieri è stato chiaro in conferenza stampa: per lui il trequartista svolge anche un ruolo di difesa, Sneijder in questo momento non è in grado di farlo. Ecco spiegato l'alternarsi sulla trequarti dell'olandese, di Forlan e infine di Poli. Bene, l'olandesino 'twitterante' quindi non è in grado di svolgere quel ruolo o non vuole semplicemente sacrificarsi? Si incaponisce nell'uno contro uno, perdendo puntualmente palla. Sbraita contro i compagni e rimane fermo immobile quando gli altri recuperano un pallone. Non tiene in considerazione le sovrapposizioni di Nagatomo sulla sinistra, solo per mettere dei palloni insulsi dalla trequarti in mezzo all'area. Palloni che puntualmente sono preda dei difensori avversari. Se è davvero passato il suo momento all'Inter, almeno ci metta l'impegno di giocare non per se stesso ma per la squadra.
RANIERI. Al mister sono poche le colpe imputabili, ma in un calcio dove l'allenatore dovrebbe essere anche un motivatore, potrebbe e dovrebbe fare di più. Il cambiare di continuo formazione non aiuta gli automatismi in campo, ma da quando è tornato Sneijder si sa che è cosi. Quello che dovrebbe essere però un valore aggiunto diventa cosi una menomazione. Oltre a questo però caro Mister ci spieghi: togliere Cambiasso e Zanetti dal campo è lesa maesta? Zanetti si impegna si, ma l'età si fa sentire giocando tutte le partite, Cambiasso invece cammina in mezzo al campo e perde di lucidità e freschezza già dopo i primi 45 minuti di gara. Ieri quando è entrato in campo Poli, ha cominciato a correre e lottare su tutti i palloni senza mollare un attimo. Ergo: perchè continuare a schierare una squadra da cimitero degli elefanti quando in panchina c'è davvero gente che la maglia dell'Inter farebbe di tutto per sudarsela e meritarsela?
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